Fisco, il garante della Privacy attacca i controlli

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Per Francesco Pizzetti la politica di lotta all'evasione condotta dal governo Monti comporta “strappi forti allo stato di diritto”. La Corte dei Conti: "Pressione fiscale al 45%, puniti i contribuenti fedeli"

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Per il garante della privacy Francesco Pizzetti la politica di lotta all'evasione fiscale condotta dal governo Monti comporta "strappi forti allo stato di diritto". In un discorso pronunciato martedì 13 marzo al Senato in occasione del termine del proprio mandato a capo dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti ha criticato quello che ha definito "il rischio di trasparenza amministrativa senza limiti" per contrastare l'evasione fiscale e si è augurato che si tratti solo di una "fase di emergenza", altrimenti, ha avvertito, aumenterebbe lo "spread di democrazia" tra Italia e altri paesi. Parole poi ripetute anche a SkyTG24 pomeriggio.
Sul tema è intervenuto oggi, martedì 13 marzo, anche il presidente della Corte dei Conti, che ha detto che la politica fiscale italiana deve risolvere gli squilibri, riducendo la spesa - pur rilanciando gli investimenti pubblici - e spostando il carico tributario dai lavoratori e dalle imprese, i più penalizzati d'Europa.

Pizzetti: "Forti strappi allo Stato di diritto" - Il garante ha segnalato "la richiesta sempre più massiccia da parte delle strutture pubbliche che combattono la lotta all'evasione o le illiceità nei settori della previdenza e dell'assistenza sociale, di poter accedere ai dati personali dei cittadini", come peraltro previsto dalla manovra finanziaria del dicembre scorso. Pizzetti ha riconosciuto che si tratta di un "fenomeno legato alla particolare situazione del Paese", ma ha avvertito: "Dobbiamo però essere consapevoli che siamo in presenza di forti strappi allo Stato di diritto e al concetto di cittadino che ne è alla radice".

Il garante: "Se dura a lungo rischia di aumentare lo spread tra l'Italia e gli altri Paesi" - Per Pizzetti l'attuale trend nella lotta all'evasione – con l'Agenzia delle entrate impegnate in sempre più frequenti e spettacolari operazioni contro i commercianti che non rilasciano ricevute fiscali - "non può non preoccupare se fosse destinato a durare a lungo ". I cittadini non sono dei "potenziali mariuoli", ha detto Pizzetti, un giurista di 65 anni a capo dell'autorità dal 2005: "In uno stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori".
Dunque, quella attuale deve essere una "fase di emergenza dalla quale uscire al più presto", ha ammonito il garante. "Se così non fosse - ha detto, echeggiando le parole di qualche giorno fa del premier Mario Monti - anche lo spread fra democrazia italiana e democrazie occidentali sarebbe destinato a crescere".

Pizzetti ospite a SkyTG24





Corte dei Conti: "Per la crescita ridistribuire il carico delle tasse" - Della politica fiscale, in un'audizione alla commissione Bilancio della Camera, ha parlato anche il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino ha rilevato che "l'accelerazione del percorso verso il pareggio di bilancio e l'emergenza finanziaria hanno, finora, imposto manovre correttive fortemente concentrate sull'aumento della pressione fiscale, piuttosto che sulla riduzione delle spese", dice una nota della Corte. Ma a regime, ha avvertito Giampaolino, "lo squilibrio andrà corretto, lavorando con determinazione alla revisione della spesa pubblica e all'eliminazione degli sprechi", e rilanciando anche gli investimenti pubblici. Il magistrato contabile ha anche puntato il dito sulla distribuzione attuale del carico tributario che, "diversamente da quanto si registra nel resto dell'Europa, attualmente penalizza il lavoro e le imprese, su cui grava un carico tributario superiore di circa 50 miliardi alla media europea". Per Giampaolino le correzioni apportate con le varie manovre dell'anno scorso sono ancora limitate, e serve invece una ridistribuzione basata sulla riduzione della spesa e delle esenzioni e agevolazioni. Ma soprattutto, per Giampaolino, per ridistribuire meglio il carico occorre che tutti paghino, e che dunque sia potenziata la lotta all'evasione fiscale, "in considerazione dell'ampiezza delle dimensioni del fenomeno e della gravità delle distorsioni che esso induce sul piano sociale e del funzionamento dell'economia".

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