La manovra arriva al Senato. Nervi tesi nella maggioranza

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Berlusconi dice di sentirsi già in campagna elettorale, per Bersani l'orizzonte del Pd sono le elezioni. Solo il Terzo Polo sostiene che andare alle urne sarebbe "da pazzi". E i parlamentari chiedono maggiore condivisione

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Silvio Berlusconi, in privato, si lascia sfuggire considerazioni su possibili elezioni anticipate a maggio; Pier Luigi Bersani si vede costretto da esponenti dello stesso Pd a smentire di avere nel suo 'orizzonte' il voto a breve: sembra già finita la luna di miele di Mario Monti con i partiti, mentre la Lega promette che "non darà tregua al governo dei banchieri" e resta solo il Terzo Polo a proclamare sostegno convinto al governo.
"Solo un pazzo - dice Pier Ferdinando Casini - può pensare che nuove elezioni siano la soluzione per il Paese".
Ad un mese appena dal suo ingresso a Palazzo Chigi, con 61 voti di fiducia in meno, Mario Monti deve fare i conti con i nervosismi dei partiti che lo sorreggono. Si trova di fronte due forze in parte centrifughe (Pdl e Pd) ed una centripeta: il Terzo Polo di Casini, Fini e Rutelli, che invita a non segare il ramo sul quale tutti in definitiva sono seduti.

A chi ha avuto occasione di incontrarlo, Silvio Berlusconi dice di sentirsi "in campagna elettorale" e guarda con preoccupazione ai primi sintomi di implosione del suo partito. "La fiducia Monti deve meritarsela giorno dopo giorno, mese dopo mese, attraverso provvedimenti che non si discostano dal motivo per i quali questo governo è nato", avverte intanto il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa, come diversi altri ex aennini 'anima critica' del partito.
E sorprendono anche i toni di un esponente di solito moderato, come il vicepresidente dei senatori Gaetano Quagliariello: "Quello Monti deve essere un governo tecnico fino in fondo e la sua durata è dettata solo dalla responsabilità: finché potrà fare bene, da noi non dovrà temere nulla, rappresentando l'Italia in Europa e non viceversa". In cauda venenum.

Anche nel Pd scoppia un 'caso' per le parole di Pier Luigi Bersani che, seppure immediatamente corrette, vengono contestate dall'interno. "Quella di Bersani è stata una espressione non felice, quando nella sua dichiarazione di voto ha detto che il nostro orizzonte sono le elezioni", bacchetta Beppe Fioroni. Ma il capogruppo alla Camera Dario Franceschini stoppa la polemica, di fatto confermandola: "Ecco i numeri della nostra freddezza verso il governo o del nostro 'disagio': per la manovra, i deputati Pd sono stati presenti al 99 per cento alla fiducia e al 97 per cento al voto finale. Tutti a favore. Assenti malati o giustificati".
Le fibrillazioni del Palazzo mettono in allarme Monti, sensibile alle osservazioni di chi gli dice che un coordinamento non basta e servirebbero modalità di contatto più diretto con i partiti per evitare il caos che indebolisce il governo.

Ne è convinto Francesco Rutelli, leader Api, per il quale "il Terzo Polo è quello più convinto della scelta di supporto a Monti, pur sapendo che comporta alcune impopolarità perché le ricette sono difficili".
La ragione l'ha spiegata più volte in questi giorni il leader centrista Pier Ferdinando Casini: "Al termine di questa legislatura non ci saranno più le alleanze che ci sono state fino ad oggi", i partiti andranno scomponendosi e ricomponendosi e la nuova maggioranza sarà quella formata da chi ha sostenuto con più coerenza Monti. "L'obiettivo del Terzo Polo, al momento al 18-19 per cento nei sondaggi - aggiunge Casini - è quello di creare una forza di maggioranza relativa per guidare il paese senza populismo e demagogia".
Concorda il leader Fli Gianfranco Fini: "E' arrivato il momento di fare alleanze non contro qualcuno, ma per qualcosa, alleanze basate su pochi punti programmatici ma possibili da raggiungere ed il Terzo Polo su questo agisce in modo unitario".

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