I 60 anni di Cicciolina, portò lo show in Parlamento

Politica
Ilona Staller al primo giorno da deputata, il 2 luglio 1987
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Nell'87 Ilona Staller fece il suo ingresso in politica, tra seni nudi e baci. Ben prima che vi sbarcassero soubrette e Bunga bunga, condusse le sue battaglie per i parchi dell'amore. E acquisì il diritto al vitalizio, che da oggi inizia a riscuotere

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di Serenella Mattera

“Sempre meglio una spogliarellista che un ladro”. Non tutti ebbero la benevola reazione di Leonardo Sciascia, quel giorno dell’anno 1987. Ilona Staller, in arte ‘Cicciolina’, faceva il suo ingresso in Parlamento e mezza Italia si scandalizzava. La prima pornostar nel mondo a diventare ‘onorevole’. Senza mai rinunciare alla sua professione: un giorno gli spogliarelli, un altro le proposte di legge sui parchi dell’amore. Tra polemiche e denunce. E i sorrisetti della stampa internazionale, che scopriva la politica-spettacolo all’italiana. Vent’anni prima di bunga bunga, igieniste dentali e Scilipoti. Prima che Berlusconi evocasse il partito dell’amore, ben prima che sdoganasse Forza gnocca. L’onorevole Cicciolina completava i suoi cinque anni tra gli scranni di Montecitorio. E maturava quel vitalizio, che da oggi inizierà a riscuotere.

Buon compleanno, onorevole Cicciolina. Ungherese di nascita (Budapest, 26 novembre 1951), ma italiana d’adozione, da quando alla fine degli anni ’70 il manager del porno Riccardo Schicchi la fece diventare diva del genere erotico. Nel giorno in cui compie 60 anni, la signora Staller, già deputato della Repubblica, acquisisce il diritto a percepire quella speciale pensione, il vitalizio, che a Roma si guadagna con soli cinque anni (anche meno, in passato) di attività parlamentare. E proprio mentre l’ondata di indignazione anti-Casta (sommata alla crisi) induce Camera e Senato ad assumersi l’impegno a eliminare (solo per i futuri onorevoli) quel privilegio, lei, Cicciolina, senza scomporsi si prepara a riscuotere: “Il primo assegno dovrebbe arrivare a dicembre – fa di conto – Sono sorpresa che tutti parlino del mio vitalizio nel Paese dei baby-pensionati. E cosa saranno mai due mila euro (tremila lordi) al mese”.

Il merito fu di Marco Pannella. Candidò Cicciolina nelle liste Radicali e lei raggranellò ventimila preferenze. Su e giù per l’Italia, a bordo di una cabriolet rossa. Abiti attillatissimi e camicette che si sbottonavano. Seno a vento e ressa di sostenitori che tentavano di metterle le mani addosso, mentre lei urlava slogan per la libertà dalla “repressione sessuale”. Il grottesco colorava la politica. Ed Emanuele Macaluso, allora dirigente del Pci, su l’Unità si scagliava contro quella candidata che raccattava voti “regalando baci e facendo vedere le tette”. Mentre Ilona Staller, per tutta risposta, festeggiava la vittoria a piazza Navona tra centinaia di giovani, palpata da un groviglio di mani, assalita dalla calca, con i segni di morsi ed escoriazioni per tutto il corpo.

Il 2 luglio del 1987 l’onorevole Cicciolina fece ingresso in un Parlamento pieno di vip: Gianni Rivera, Gino Paoli, Domenico Modugno. Ma nessuno le rubò la scena. In un’affollata piazza Montecitorio la neo-deputata si presentò ai fan trattenuti a stento dietro le transenne, scortata dalle colleghe del porno Moana Pozzi, Ramba, Baby Pozzi e Hula pop. Durante la campagna elettorale Giulio Andreotti sull’Europeo l’aveva invitata a presentarsi in abiti “accollati”, per rispetto degli elettori, “anche di quelli che votano per Benedetto Croce”. E Ilona arrivò fasciata in un vestitino patriottico, verde bandiera, con inserti bianchi e rossi, senza spacchi. Lei varcava il portone della Camera e le sue amiche mostravano il seno, in segno di saluto.

“Poveretta. Strumentalizzata. E’ stata una stravaganza candidarla, perché non è vero che in politica tutto sia permesso. Ma forse – scuoteva la testa l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini – la signorina Staller avrà più buonsenso di chi l’ha messa lì”. “Gli italiani hanno spirito”, diceva indulgente Sciascia. Mentre la notizia faceva il giro del mondo, inaugurando l’era della politica-spettacolo all’italiana.

Sempre occupata dai suoi show, la pornodiva che chiamava i colleghi ‘cicciolini’ non fu un deputato molto presente in Aula. Già nell’88 i compagni radicali le rinfacciavano “660 assenze” alle votazioni. Qualcuno di loro la chiamò “la scemolina”. Ma lei imperterrita mise insieme dodici proposte di legge, dal divieto di allevare animali da pelliccia, alla riapertura delle case chiuse, dalla creazione dei parchi dell’amore, all’eliminazione della censura. E durante la crisi del Golfo, nel 1990, si disse pronta a fare l’amore con Saddam Hussein per convincerlo a non fare la guerra (avrebbe reiterato l’offerta nel 2002, “in cambio della pace nell’universo”). Mentre in patria i colleghi parlamentari, cui una volta regalò un calendarietto che la ritraeva novella Statua della libertà a seno nudo, la ‘assolsero’ (190 sì, 130 no) dalle richieste di autorizzazione a procedere per atti osceni.

A Cicciolina la voglia di far politica non sarebbe mai passata. Fu un flop nel ’92 l’esperienza del ‘partito dell’amore’, in tandem con Moana Pozzi. Nell’aprile 2002 a Budapest non riuscì a raccogliere le 750 firme necessarie per presentarsi alle elezioni ungheresi. E nel maggio dello stesso anno raccolse solo 1.009 voti la lista che la candidava sindaco di Monza. Nel 2006 abortì il proposito di sfidare Letizia Moratti. Peccato, lo slogan era già pronto: “Rendere Milano una città eccitante”. Oggi, alla soglia dei sessanta, si prepara a riprovarci a Monza, con il partito Dna: Democrazia, natura, amore. Ma con ben poco scandalo.

Non stupisce più, l’onorevole Cicciolina, una politica frequentata dalle soubrette e abituata a discettare di ‘nipoti di Mubarak’. Non colpisce più, l’esibizione dei corpi. La signora Staller festeggerà i 60 al ‘Pepenero’ di Riccione, in ricordo dei vecchi tempi. Poi ritenterà la via della politica. Il vitalizio in tasca e il nome inciso nella storia del Parlamento della Repubblica.

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