Tangenti, Penati si dimette da tutte le cariche

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Filippo Penati
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"Faccio due passi indietro", dice l'ex capo della segreteria politica di Bersani, che lascia il Pd e la vicepresidenza della Regione Lombardia. Tedesco abbandona il partito ma non il seggio a Palazzo Madama

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La risposta a chi imputava al Pd un imbarazzato silenzio sulla vicende giudiziarie da cui è stato lambito è arrivata lunedì 25 luglio proprio da Filippo Penati.
L'ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, indagato dalla procura di Monza per corruzione e concussione, nell'ambito di presunti illeciti della gestione dell'area Falck di Sesto San Giovanni, oltre che per illecito finanziamento ai partiti, si è dimesso da vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia e dagli incarichi di partito. Una decisione arrivata dopo giorni di tensione dentro il Pd, alle prese anche con il caso di Alberto Tedesco, ex Pd oggi Gruppo Misto, implicato nello scandalo della Sanità in Puglia. (Il 20 luglio l'aula del Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione all'arresto chiesto dalla procura di Bari per il senatore).

Penati: "Faccio due passi indietro" - Nella lettera inviata al presidente dell'assemblea
provinciale Davide Boni, Penati ha ribadito la sua "totale estraneità ai fatti". Dunque, ha aggiunto, "sono certo che riuscirò a chiarire positivamente la mia posizione e confido di poterlo fare nel più breve tempo possibile, sorretto dalla coscienza di non aver commesso nulla di illegale". Adesso, però, "faccio due passi indietro perché la mia vicenda non crei ulteriori problemi al partito".
Il gesto di Penati, che già si era autosospeso, è apparso in linea con "l'atteggiamento semplice e rigoroso" che il segretario del Pd aveva invocato qualche giorno fa. Il partito democratico non brandirà l'arma della persecuzione politica, aveva chiarito Bersani: "Nessun ostacolo alla magistratura e nessuna invocazione di complotto".

Da Pd e Idv rispetto per la scelta di Penati - "Ringrazio Penati per il gesto che ha autonomamente compiuto", ha detto Beppe Fioroni, "gli do atto del coraggio delle scelte fatte". La scelta, pur dolorosa, può oggi far marcare al partito una distanza con il centrodestra. "E' ingiusto e insopportabile mettere politicamente e umanamente sullo stesso piano" centrodestra e centrosinistra", ha sottolineato Dario Franceschini.
E ha guardato con rispetto a Penati anche Antonio Di Pietro. "Si è sottoposto immediatamente al giudizio dei magistrati lasciando i suoi incarichi", ha ricordato, "tutti dovrebbero fare così". Il leader dell'Idv ha tenuto a chiarire che nessuno può rivendicare una superiorità morale, ma ha invocato alcune "regolette per ripulire le stanze della
politica".

Tensioni nel Pd sul caso Tedesco - Chi invece resta al suo posto è Tedesco, che ha annunciato la sua uscita dal Pd ma non da Palazzo Madama, sulla scia di una polemica con largo del Nazareno che va avanti ormai da giorni. "Dal Pd non mi hanno neanche
chiamato come si farebbe con una colf che si licenzia", si è lamentato il senatore. Prima di sparare non solo su Rosy Bindi con la quale ha ormai un braccio di ferro in corso, ma anche su Walter Veltroni ed Enrico Letta.
Duro il commento di Sanrdo Gozi. "E' patetico che dica di lasciare il Pd rimanendo avvinghiato al suo seggio di senatore", ha commentato. Tuttavia, ha aggiunto, "il caso Tedesco è un bubbone, sintomo di una patologia ventennale che affligge la politica nazionale e che va estirpato con un radicale rinnovamento della politica italiana e di chi la fa".

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