Berlusconi: "Una follia la crisi". Bossi: "Nulla è scontato"

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L'esecutivo in Aula per la verifica chiesta dal Colle dopo il rimpasto. Il premier promette un fisco con 3 aliquote. E aggiunge: "Non farò il premier a vita". Approvato l'odg dell'opposizione: "I ministeri restano a Roma". Oggi il voto alla Camera. VIDEO

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(In fondo all'articolo il video con il discorso di Silvio Berlusconi)


Il governo si è presentato in Senato per la verifica chiesta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L'appuntamento è arrivato dopo che nella mattina di martedì 21 giugno la Camera ha votato la fiducia sul decreto Sviluppo con 317 sì, 293 no e 2 astenuti. La soglia richiesta era di 306 voti.
E' la prima volta che la maggioranza alla Camera, dopo l'uscita di Fli, supera quota 316. Un segnale positivo per la maggioranza, anche se il leader della Lega Umberto Bossi ha detto di non essere comunque tanto sicuro che mercoledì 22 giugno, se ci fosse un eventuale voto di fiducia sulla verifica, il governo toccherà lo stesso limite. Anzi, inclina verso il timore il leader del Carroccio: "Niente è scontato. Vediamo. L'importante è che passino le cose". Bossi fa questa battuta in serata dopo che è arrivato, successivamente al voto di fiducia, anche il via libera al decreto Sviluppo: il testo è stato approvato con 308 sì, 288 no e 2 astenuti.
Ma la seduta di martedì 21 ha messo fine anche alla questione del trasferimento dei ministeri al Nord. La Camera ha infatti approvato l'Ordine del giorno del Pd al Decreto sviluppo, prima firma quella del capogruppo Dario Franceschini, che contrasta la possibilità di spostare i dicasteri.

"La richiesta di dimissioni è fuori luogo" -
"Sono certo che il governo uscirà rafforzato da questo passaggio parlamentare. Condivido e rilancio l'appello a coesione e alla responsabilità del presidente Napolitano", ha detto il premier in Senato aggiungendo che "la richiesta di dimissioni" avanzata dall'opposizione "è assolutamente fuori luogo". Perché "nessuno in Europa e nel mondo reclama le dimissioni del capo del governo a fronte di elezioni locali".

"La crisi di Governo? Una sciagura" -
"Questo passaggio parlamentare è utile per affrontare con più incisività i problemi del Paese, è nell'interesse degli italiani che il governo completi la legislatura per mantenere i conti in ordine e dare garanzie ai mercati", ha spiegato Silvio Berlusconi. "Eviteremo certamente di fare come alcuni Paesi europei che si stanno dissanguando. Sarebbe folle rimettere tutto in discussione con una crisi al buio", ha osservato il premier, "le locuste della speculazione aspettano le prossime prede per colpire". La caduta del presidente del Consiglio "sarebbe una sciagura non per Silvio Berlusconi, ma per l'Italia per la sua solidità finanziaria, per il suo futuro. Questo lo sanno le più alte cariche del Paese, i leader di ogni schieramento, gli imprenditori e i risparmiatori e tutti i cittadini. Noi abbiamo governato bene, non esiste alcuna alternativa", ha concludso il Cavaliere.

"Non farò il premier a vita" - "Non voglio rimanere per sempre a Palazzo Chigi, né fare il leader a vita del centrodestra, ma voglio lasciare in eredità all'Italia una grande partito che sia l'erede della tradizione popolare europea e che sia il baluardo primo della democrazia e della liberta", ha detto ancora Berlusconi.

"Riforma del fisco con tre aliquote" -
"Ridisegneremo l'impianto delle aliquote, vi saranno meno aliquote, solo tre rispetto alle attuali cinque, e più basse", ha detto Berlusconi. Le aliquote, ha proseguito, saranno "più snelle e trasparenti" e la riforma fiscale porterà anche ad una "riduzione a 5 del numero delle imposte".

"L'opposizione può dare un contributo" - "Non ho mai detto 'dopo di me il diluvio' e so benissimo che i cimiteri sono pieni di chi si riteneva indispensabile. Ma il rapporto tra Pdl e Lega è l'unico assetto politico in grado di dare governabilità e affidabilità internazionale al paese". Ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi al Senato. Che ha poi guardato alle divisioni della "minoranza ben più gravi dei travagli subiti dalla maggioranza. L'opposizione - ha quindi 'aperto' il capo del governo - può certo dare un contributo alle future misure e riforme. Ho sempre auspicato il sostegno di settori moderati dell'opposizione e di chi si riconosce nel Ppe. Ma è stato posto un sì condizionato alla mia uscita: sollecitando un suicidio, si esclude a priori un matrimonio".

"Subito il piano per il sud" -
Il piano per il sud andrà avanti a ritmi serrati, ha garantito il premier. "Da qui alla fine della legislatura - ha spiegato Berlusconi - riuniremo il Cipe ogni mese per finanziare gli otto interventi prioritari che il piano per il sud prevede. La tabella di marcia sarà serrata - ha ribadito il premier - la seguirò io personalmente".

"Eredità negative ci fanno crescere meno" -
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha criticato nell'Aula del Senato i governi precedenti che "hanno diminuito tra l'altro gli stanziamenti alla sanità e agli enti locali e hanno diminuito i contributi ai disoccupati". "Noi invece - aggiunge - con il nostro governo  abbiamo abrogato l'Ici, aumentato di 24 miliardi gli stanziamenti alla sanità. E lo abbiamo fatto con un'economia zavorrata e un debito pubblico che supera del 24% il pil". Secondo Berlusconi poi il suo governo ha ereditato anche una "quasi totale indipendenza dall'estero in campo energetico, un pesante deficit infrastrutturale, un'amministrazione della giustizia civile che ha tempi biblici, un tasso di evasione fiscale senza uguali". "Tutte queste eredità negative - ha concluso - ci fanno crescere meno" e nonostante questo "siamo riusciti a dare risposte adeguate anche ad emergenze come il terremoto dell' Aquila".

Guarda l'intervento di Silvio Berlusconi in Senato

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