Napolitano: "Troppo poche le donne in parlamento"

Politica
giorgio_napolitano

A vedere le percentuali di presenze femminili elette in Italia "cadono le braccia" ha detto il capo dello Stato in un incontro con gli studenti a Firenze. E sulle sue prerogative: "Faccio come posso ciò che devo secondo la Costituzione"

Guarda anche:
Amministrative, sono solo il 14% le donne aspiranti sindaco

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incontra gli studenti a Firenze e parla di questioni della vita del Paese e di politica internazionale.  Il capo dello Stato, nell'arrivare nel salone dei 500 a Palazzo Vecchio, è stato accolto trionfalmente dai giovani presenti e ha detto di sentire la responsabilità di chi ha la fiducia di tutti gli italiani.
"Faccio come posso ciò che debbo fare secondo la Costituzione, e sento la responsabilità della fiducia che mi viene tributata dagli italiani di ogni parte del Paese e di tutte le condizioni sociali" ha detto, invitando inoltre ha invitato a non cedere "alla retorica del pessimismo" sulle capacità dei giovani di oggi.

Troppo poche le donne in politica
- "A vedere le piccole percentuali di donne elette in Parlamento in Italia cadono le braccia". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel rispondere alle domande degli studenti. "C'è un problema generale di sottorappresentanza femminile in tutte le istituzioni e nelle aziende - ha detto il presidente della Repubblica - ma il punto più nero è la rappresentanza nel Parlamento". Per i consigli di amministrazione delle aziende, ha detto ancora, si è fatto ricorso alle quote rosa: "è un metodo sbrigativo ma efficace. Sarebbe meglio dare prove collettive di impegno". Dare più spazio alle donne significa anche riconoscere, ha aggiunto, i loro meriti, "vorrà pur dire qualcosa il fatto che siano sempre di più le donne a vincere in maggioranza nei concorsi pubblici, anche nell'ultimo concorso in magistratura".

In altre paesi dopo gli scandali ci si dimette - In altri paesi i parlamentari investiti da uno scandalo si dimettono, mentre in Italia "abbiamo uno scala di giudizio un po' diversa": ha detto ancora Napolitano, nel rispondere alle domande degli studenti. "Qualche tempo fa ha fatto molto clamore in Gran Bretagna, mentre da noi quel clamore sembrò eccessivo, perché abbiamo una scala di giudizio un po' diversa. Era accaduto che alcuni parlamentari - ha detto - avevano abusato dei loro privilegi e quando furono scoperti seguirono le dimissioni di alcuni di loro e dello speaker del parlamento. Tra le spiegazioni che furono date ne ricordo una: quei poveri parlamentari inglesi erano demotivati perché i poteri della Camera dei comuni si erano ridotti in seguito a quel processo che ho descritto".

In Libia dovevamo fare la nostra parte - "L'Italia non ha dichiarato nessuna guerra, in Libia dovevamo fare la nostra parte, non potevamo sottrarci. Adesso bisogna stare attenti a come i Paesi della coalizione fanno la loro parte con la guida della Nato", ha detto il presidente della Repubblica. Nel Consiglio di sicurezza dell'Onu ci fu "un orientamento netto" sulla necessità dell'intervento, ha ricordato Napolitano, "nessun Paese mise il veto, quindi esprimendo una generale condivisione rispetto all'esigenza di non lasciare soffocare nel sangue un movimento di liberazione e di autonomia".

Politica: I più letti

[an error occurred while processing this directive]