Caso Ruby, alta tensione tra governo e pm

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Berlusconi: “Obiettivo della procura è colpire me”, ma l’Anm replica: “C'è un'aggressione da parte di chi rifiuta il principio di uguaglianza”. La Cei: “Disastro antropologico”. Nicole Minetti dai pm l'1 febbraio

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Le dimissioni di Fini,  l’allargamento della maggioranza, ma soprattutto le vicende giudiziarie legate al caso Ruby.
Silvio Berlusconi interviene ell’ultimo consiglio dei ministri, svoltosi a Palazzo Chigi venerdì 28 gennaio. E secondo quanto riferiscono i ministri del governo, dice che il miglior modo di reagire è continuare ad andare avanti, “occupandoci dei problemi degli italiani. Il nostro dovere è governare”.
L’invito è a “non demoralizzarsi e a dedicarsi ai problemi che riguardano i cittadini visto che si tratta di un processo mediatico e politico. L'obiettivo finale della procura di Milano è quello di colpire me”.

Anm: "Aggressione da parte di chi rifiuta la legge" - E intanto arriva la durissima presa di posizione dell'Associazione nazionale magistrati: "Non c'è uno scontro istituzionale - dice il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini - c'è un'aggressione alla magistratura da parte di chi rifiuta il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge".
Le parole di Cascini arrivano il giorno dopo quelle del procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, in difesa del pm Ilda Boccasini, dopo la pubblicazione di un articolo dal quotidiano Il Giornale di proprietà della famiglia Berlusconi.

"Presto la richiesta di giudizio immediato" - Nel frattempo, fonti giudiziarie riferiscono che la richiesta di giudizio immediato nei confronti del premier Silvio Berlusconi, indagato per concussione e prostituzione minorile nell'ambito dell'inchiesta sulle feste ad Arcore, sarà mandata al gip "presto, prestissimo". Il giorno dopo il rinvio delle carte relative alla richiesta di perquisizione a Giuseppe Spinelli a Milano da parte della giunta per le autorizzazioni della Camera dei Deputati c'è comunque molta cautela in procura sui possibili scenari.
Al quarto piano del palazzo di Giustizia si fa osservare che, nel caso in cui il parlamento dovesse sollevare un conflitto di attribuzioni, "il dato normativo non prevede la sospensione delle attività della procura, né di un eventuale processo".

Minetti si presenterà davanti a pm Milano l'1 febbraio - Sempre nell'ambito delle indagini, si apprende che il consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti, indagata nel caso Ruby per induzione alla prostituzione e destinataria di un invito a comparire dei pm di Milano, ha detto che si presenterà davanti ai magistrati del capoluogo lombardo che l'hanno convocata per il primo febbraio.
Il 14 gennaio scorso, la procura di Milano ha perquisito le abitazioni di diverse ragazze domiciliate al residence dell'Olgettina alle porte di Milano che avrebbero partecipato a feste del premier ad Arcore e quella della stessa Minetti, ospite anch'essa delle serate.

La Cei: "Disastro antropologico" - Nel frattempo arrivano altri duri commenti da parte dei vescovi italiani, dopo la relazione del 24 gennaio del cardinale Bagnasco: "C'è una preoccupazione per questo andazzo generale - ha detto mons. Crociata - in cui tutti rischiamo di farci coinvolgere. C'è un disastro antropologico che ci tocca tutti, un abbassamento dell'attenzione morale", di fronte al quale bisogna tornare a comprendere "ciò che è bene e ciò che è male e fare tutti il proprio dovere".

"Fini si deve dimettere" -
Durante il consiglio dei ministri, il premier ha riservato parole dure anche nei confronti di Gianfranco Fini: "Non può essere il capo di una fazione e il presidente della Camera, si deve dimettere".
Spazio poi al caso Ruby.
Parole pesanti anche contro la trasmissione Annozero di Michele Santoro (giovedì il direttore generale della Rai Masi era intervenuto telefonicamente in diretta): “E’ il solito programma fazioso. Per questo, è necessario l'intervento del ministro delle Comunicazioni Paolo Romani”.
Nessun accenno, invece, alle elezioni: “In dieci giorni – assicura Berlusconi - il quadro sarà di nuovo chiaro, il progetto ripartirà”.
Il presidente del Consiglio ritorna poi sulla mancata sfiducia nei confronti del ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, e ricorda come “il tentativo del Terzo polo di far cadere il governo è fallito. Andremo avanti più forti di prima – è la convinzione del Cavaliere - dobbiamo portare le nostre riforme in Parlamento, vi garantisco che avremo sempre la maggioranza”.

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