Pompei, l’opposizione preme: il 29 novembre sfiducia a Bondi

Politica
Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi
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Inserita in calendario la mozione contro il ministro dei Beni culturali dopo il crollo della Domus dei Gladiatori. Bondi: "Un'iniziativa abnorme". Protesta il Pdl: “Irresponsabile farla così presto”. Franceschini (Pd): “Niente a che vedere col governo”

Crolla la Domus dei gladiatori: le foto

L'Aula della Camera esaminerà il prossimo 29 novembre la mozione di sfiducia dell'opposizione nei confronti del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi in seguito al crollo della Domus dei Gladiatori di Pompei dello scorso 6 novembre. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. L'esame della mozione è stata richiesta, in propria quota di calendario dei lavori, dall'opposizione. "Questo - ha spiegato il capogruppo del Pd Dario Franceschini - nulla ha a che vedere con l'impegno a discutere le mozioni di sfiducia sul governo prima del via libera alla legge di Stabilità. Questa infatti è un'altra cosa, è una mozione individuale”.

La sfiducia è un' "iniziativa abnorme" commenta il diretto interessato, il ministro dei beni culturali Sandro Bondi.
"La mozione di sfiducia individuale presentata dal Pd e da Di Pietro contro di me - spiega  - da una parte mi infligge - non posso negarlo - uno stato di angosciosa mortificazione, dall'altra parte però suscita un sentimento di profonda tristezza dinnanzi al volto sfigurato di una sinistra, della quale mio padre ed io nel passato abbiamo fatto dignitosamente parte all'insegna di valori che non tramontano, che si accanisce con una iniziativa abnorme e dirompente sul piano personale contro chi ha sempre creduto e continua a credere nel valore del confronto politico e culturale, anche se aspro e conflittuale".

Sulla richiesta dell'opposizione, Fabrizio Cicchitto (Pdl) ha rilevato: "Riteniamo contraddittorio con l'accordo raggiunto che cerca di bilanciare l'esigenza di approvare la legge di Stabilità con il confronto successivo la richiesta di votare la mozione di sfiducia sul ministro Bondi prima del via libera sulla Manovra".

Protesta anche il portavoce del Pdl Daniele Capezzone: “La mozione contro Sandro Bondi sarà ricordata a lungo come l'esempio di una doppia vergogna: per l'attitudine vigliacca di chi specula sugli eventi negativi (dimenticando episodi analoghi avvenuti sotto altre responsabilità politiche), e per l'irresponsabilità di chi ha deciso di calendarizzarla con tanta urgenza, nonostante un imminente voto di fiducia sull'intero Governo e l'accordo raggiunto ieri al Quirinale almeno sulla tempistica della crisi". "Ma per questi signori non vale nulla - aggiunge - e così è venuto meno perfino quel tanto di onestà intellettuale che dovrebbe sempre impedire di accusare gli avversari politici in modo totalmente infondato, pretestuoso e strumentale. La politica ha le sue asprezze, ma dovrebbe sempre esserci un limite. Siamo dinanzi a un atto di squadrismo politico. Sandro Bondi ne sia fiero: sono e saranno i suoi avversari, i presentatori e i sostenitori della mozione, a doversene vergognare".

Diversi i commenti dell'opposizione. "E' bastato Google Street View, il servizio di mappe del motore di ricerca, a smentire clamorosamente il ministro. Gli ultimi lavori effettuati alla domus dei Gladiatori di Pompei non sono degli anni 50 ma risalgono a un anno fa. I restauri hanno riguardato proprio il solaio in  cemento armato, indicato dallo stesso ministro come responsabile principale del crollo della Schola Armaturarum. Ancora più urgenti a questo punto, a prescindere dalla situazione politica, le dimissioni di Sandro Bondi". Lo dichiara in una nota il senatore Andrea Marcucci (Pd), segretario della commissione cultura a Palazzo Madama, dopo la pubblicazione di una fotografia da parte di alcuni quotidiani che dimostra il restauro della casa affidata nel 2009 alla ditta Caccavo srl.

Futuro e Libertà invece non prenderà parte alla mozione di sfiducia a Sandro Bondi. Lo si apprende da fonti di Fli, mentre monta la polemica sulla calendarizzazione il 29. "Non avrebbe senso - spiegano le stesse fonti finiane - in presenza di una crisi e di fronte ad una mozione di sfiducia allo stesso governo, concentrarsi sulla sfiducia ad un singolo ministro, circostanza certamente importante ma che rispetto alla crisi politica appare come un fatto più marginale".

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