Popolo viola, diviso in Rete e in piazza

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A 10 mesi di distanza dal primo No B Day, il movimento si dà appuntamento alle 14 del 2 ottobre in piazza Navona per una manifestazione contro il premier e in difesa della Costituzione, ma tra gruppi locali e fondatori la spaccatura sembra insanabile

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di Giulia Floris

Un popolo (viola), tante anime. A dieci mesi dalla manifestazione del 5 dicembre del 2009 che ne sancì la nascita, il movimento del No B Day torna in piazza il 2 ottobre, decisamente più in sordina, e con un'immagine molto più frastagliata e segnata dalle divisioni interne.

Il pericolo di rovinare "per incomprensibili particolarismi, l’occasione di una grande mobilitazione dell’Italia civile" era stato già denunciato da un appello comune del direttore di Micromega Paolo Flores d’Arcais, Andrea Camilleri, Don Andrea Gallo e Margherita Hack che chiedevano alle tante anime viola a riunirsi "per organizzare insieme la manifestazione del 2 ottobre senza escludere nessuno".
Un appello gradito dai 'gruppi locali del popolo viola', ma a quanto pare non dagli organizzatori originari, che sono andati avanti per la loro strada, indicendo comunque autonomamente la manifestazione del 2 ottobre. Una decisione che ha portato il direttore di Micromega ad aderire solo alla manifestazione indetta dalla Fiom-Cgil per il 16 ottobre (in difesa dei lavoratori "contro il regime Berlusconi-Marchionne"), anche se, ha commentato in un’intervista al Fatto Quotidiano: "a qualsiasi manifestazione contro Berlusconi, anche se guastata dal settarismo, si fanno i migliori auguri".

Una scelta, quella di uno degli intellettuali un tempo più vicini al movimento, che ha risvegliato il dibattito, ma che ha anche suscitato profondi malumori: "Cari signori di Micromega, avrei gradito, nella veste di cittadino che si affanna per organizzare un trasporto da Torino a Roma,  da parte vostra, almeno un accenno alla manifestazione del 2 ottobre! Invece di passarci sopra come dei carri armati!" si legge, ad esempio, in una lettera al direttore di Micromega pubblicata sul social network.

Il dibattito all'interno del Popolo Viola, che ha portato alle divisioni denunciate da Flores D'Arcais, sembra riguardare soprattutto la gestione del movimento da parte dei fondatori e amministratori della pagina facebook "gestita – accusa il sito popoloviola.it, dei gruppi viola locali - senza il minimo rispetto delle più elementari regole di democrazia, da amministratori autoproclamatisi portavoce del Popolo Viola, i quali, ormai da mesi, senza alcun mandato, censurano sistematicamente ogni voce dissenziente e  ogni critica, e non consultano le realtà locali, ultimo caso il lancio della manifestazione indetta  per il 2 ottobre, il No B Day 2".

I gruppi locali, che si sono dati anche una carta etica e hanno deciso di non aderire alla manifestazione, non sono però riconosciuti dagli organizzatori: "L’unica carta etica del popolo viola è la Costituzione – dice interpellata da Sky.it la portavoce Silvia Bartolini – e il  dominio di quel sito (che si definisce sito ufficiale del movimento, ndr) non è riconducibile al popolo viola".

Un altro tema scottante è quello del rapporto con la politica, che secondo molti militanti non dovrebbe contaminare quello che è nato come un movimento apartitico: il No B Day "si è trasformata nella sagra dei partiti, che delusione", scrive ad esempio Veronica nella pagina facebook ufficiale del movimento.
"Noi non siamo legati a nessun partito e nessun politico salirà sul palco – replica Silvia Bartolini, interpellata da Sky.it – ma se i politici vogliono partecipare, sono benvenuti". E riguardo alla singolarità di due manifestazioni contro il governo a due settimane di distanza, la portavoce del movimento sostiene che la polemica sia rientrata: "Proprio oggi la Fiom ha aderito alla nostra manifestazione e noi alla loro: trattiamo temi diversi, non c’è contrapposizione tra i due eventi".

Intanto, alla vigilia della manifestazione, la raccolta di fondi "5 euro per licenziarlo" avviata in modo da organizzare la manifestazione "senza prendere una lira dai partiti", secondo quanto riportato nel blog della manifestazione è arrivata a quota 7mila euro,  a fronte dei 40mila necessari.
Un No B Day 2 insomma che sembra nascere tra mille difficoltà, ma che per gli organizzatori, che non si sbilanciano sui numeri, sarà capace di portare in piazza un "grande mosaico di persone e coscienze libere" che "vogliono "riprendersi la Costituzione".

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