Caliendo, respinta alla Camera la mozione di sfiducia

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Tensione in Aula. Il ministro Alfano: "La P3 costruzione dei pm". Franceschini: "In un paese normale ci si dimette". Casini: "No a giustizialismo, sì a questione morale". Di Pietro: "Astenersi è da pavidi". Chiara Moroni (Pdl) non vota e passa con Fini

Cosentino & C.: quando dal Governo ci si dimette. Le foto
In fondo all'articolo i video del dibattito in Aula

Respinta dopo un acceso dibattito (si è sfiorata anche la rissa tra finiani  e deputati del Pdl) la mozione di sfiducia proposta da Pd e Idv contro il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, coinvolto nell'inchiesta sulla cosiddetta P3. La mozione è stata respinta con 299 no (Pdl e Lega); 229 i sì (Pd e Idv), 75 gli astenuti (Udc, Fli e Mpa). Un voto che lascia al suo posto Caliendo ma che non pare rassicurante per il Governo perché la maggioranza a Montecitorio inizia a quota 316. Il sottosegretario ha ribadito di "non aver mai avuto rapporti con iscritti alla P2".

Alfano: "P3 costruzione dei Pm". "La P3 è frutto di una costruzione di taluni pm e di una certa sinistra che accusa in base a quella costruzione". Così il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, nel suo intervento, nel corso della discussione sulla mozione di sfiducia presentata da Pd e Idv contro il sottosegratario alla Giustizia Giacomo Caliendo coinvolto nell'inchiesta. Intervenuto dopo il deputato friulano del Pdl Manlio Contento, che ha letto stralci dalle intercettazioni in dialetto napoletano, il ministro ha detto: "Io non posso occuparmi della singola indagine, ma avendo ascoltato con attenzione quanto ha detto l'onorevole Contento poc'anzi credo che con efficacia abbia voluto affermare che non c'e' niente, non c'e' niente, non c'e' niente e che financo la P3 sia, probabilmente, frutto di una costruzione di taluni pm e di una certa sinistra che accusa in base a quella costruzione".  "Sui principi non ci si può astenere - ha detto poi Alfano - ci si astiene sulle leggi, ci si astiene sui provvedimenti  ma non sui principi". "Oggi  - ha attaccato - molti non voteranno secondo la loro coscienza ma piegheranno al tatticismo alti e nobili principi come quello della non colpevolezza".  (Guarda l'intervento di Alfano)

Di Pietro: "A casa anche Berlusconi". Duro intervento del leader dell'Idv Antonio Di Pietro: "Non chiediamo solo le dimissioni di Caliendo - ha detto - ma anche al premier di fare le valigie. Vogliamo sfiduciare Caliendo oggi per sfiduciare l'intero governo domani". E ancora: "Lei, signor presidente del Consiglio, sta abusando della pazienza degli italiani. Se ne sta li', novello Nerone, nella sua terrazza dorata a suonare l'arpa. Con le sue ancelle prezzolate, mentre il Paese brucia. Chiuso nel suo bunker dorato, e' sordo e cieco, come sempre lo sono stati dittatori e satrapi di ogni tempo".  Da Di Pietro anche un attacco a chi (Udc, Mpa e finiani) ha scelto di astenersi sulla mozione: "Sulle questioni morali non ci si può astenere o si sta da una parte o dall’altra. Chi non vota la sfiducia dimostra solo di essere un pavido che ha paura delle urne perche' teme di perdere il posto in Parlamento".

Casini: "No a giustizialismo". No al giustizialismo, ma senza sminuire la questione morale la linea del leader dell'Udc Pierferdinando Casini. "Il giustizialismo non ha mai dato un contributo serio a moralizzare il Paese. Noi non approviamo la condotta del sottosegretario - ha detto  - ma allo stato non ravvisiamo un quadro di responsabilita' sufficienti a impegnare il Parlamento della richiesta di revoca della sua delega".

Franceschini: "In paese normale dimissioni subito". "La politica non può attendere l’accertamento delle resposabilità penali in un paese normale un sottosegretario indagato per associazione segreta si dimetterebbe subito" è l'affondo del capogruppo del Pd Franceschini, secondo cui "anche Berlusconi dovrebbe dimettersi". Franceschini ha attaccato anche il ministro Alfano: "Le responsabilità penali sono compito della magistratura è grave che Alfano abbia espresso giudizio sulle indagini". (Guarda l'intervento di Franceschini).

Chiara Moroni non vota e passa con Fini. Chiara Moroni (Pdl), figlia di Sergio Moroni, morto suicida dopo aver ricevuto due avvisi di garanzia durante Tangentopoli, ha spiegato che non avrebbe partecipato al voto: "Non posso tollerare che la battaglia garantista venga confusa con la giustificazione". Poi ha comunicato la decisione di lasciare il gruppo Pdl per iscriversi a quello dei finiani di Futuro e Libertà (Guarda l'intervento di Chiara Moroni). 

La Lega Nord non nasce nei salotti
. Il capogruppo leghista Marco Reguzzoni, più volte interrotto per l'agitazione tra gli  scranni, ha detto: "Proprio ieri è stato votato al Senato il piano  straordinario per la lotta alla mafia. La legalità la si difende  anche combattendo l'evasione e l'immigrazione clandestina, sono state  tagliate false pensioni di invalidità. Anche questa è giustizia  sociale. Onorevole Franceschini, onorevole Casini il Paese ha problemi seri che devono essere affrontati, non il terzo polo o la legge elettorale. Solo l'accordo Bossi-Berlusconi puo' garantire la riforma del Paese. Onorevole Bersani, onorevole Casini dietro non abbiamo paura del voto, voi forse si'. Non siamo figli dei salotti, siamo gente che nasce dal prato di Pontida. Noi siamo li' e non vi consentiremo di ribaltare con giochi di palazzo la volonta' popolare. Avanti ministro Bossi con il federalismo, avanti presidente Berlusconi. La Lega vota contro la mozione e per il cambiamento".

Cicchitto: "Giustizialismo della sinistra che non ha voti"
. "Non daremo lo scalpo di Caliendo a Di Pietro". Così il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto nell'annunciare il no del Pdl alla mozione di sfiducia contro il sottosegretario alla giustizia. "Questo forsennato ricorso al giustizialismo come strumento di lotta a Silvio Berlusconi, visto che i voti non ci stanno, e' un prodotto della crisi della sinistra italiana" ha detto Cicchitto.

Berlusconi acclamato. Cori che inneggiavano "Silvio, Silvio" si sono levati dai banchi della maggioranza all'arrivo del premier, dopo l'intervento del capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto. Il presidente del Consiglio ha risposto ai suoi sostenitori con un gesto di saluto. "Un saluto romano" ha attaccato l'Idv. (Guarda il video)

Mussolini regala giocattolo a Barbato. Nel corso del dibattito, è andato in scena anche un piccolo sketch: Alessandra Mussolini ha regalato al deputato dell'Italia dei Valori Francesco Barbato il pupazzo di Buzz Lightyear, lo space ranger di Toy Story (guarda la photogallery). "Era per mio figlio, ma dopo il suo intervento ho pensato di darlo a lui. Piuttosto che fare politica e' meglio che Barbato giochi..." ha spiegato caustica.

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