Intercettazioni, in migliaia per dire no al bavaglio

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Mobilitazione in tutta Italia contro il disegno di legge che impone limiti alla libertà di stampa. Contestata la D’Addario a Roma (VIDEO). Napolitano: “I punti critici del ddl sono chiari”. Schifani: “Esame in Senato dopo l’estate”

DDL INTERCETTAZIONI: LO SPECIALE

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Guarda in fondo all'articolo gli interventi durante la manifestazione e tutti i video sul ddl intercettazioni.

"Un'iniziativa nel segno della Costituzione, per dar voce ai soggetti e ai temi che verrebbero oscurati se passasse un provvedimento che colpisce al tempo stesso il lavoro dei giornalisti e il diritto dei cittadini di conoscere le vicende del Paese". Partendo da questo principio, espresso sul proprio sito dalla Fnsi, il sindacato dei giornalisti, si è svolta in piazza Navona a Roma la manifestazione contro il disegno di legge sulle intercettazioni. Altre proteste si sono svolte in alcune delle principali città italiane.

"Essere parte di questa manifestazione non vuol dire diffamare il Paese e la sua immagine nel mondo, ma vuol dire difendere la democrazia". Lo scandisce Roberto Saviano, presente in piazza Navona. "Difendere la  democrazia qui, in questa piazza - ha aggiunto - vuol dire anche difenderela in paesi più sfortunati di noi che non hanno né una democrazia, né una  stampa libera e che guardano a noi e alla nostra democrazia come esempio e come incoraggiamento".

Qualche polemica per la presenza a Roma di Patrizia D'Addario. La comparsa della escort barese, che fece rivelazioni sul premier Silvio Berlusconi, non è andata giù ai manifestanti. Mentre sfilava tra la folla, la D'Addario si è sentita rivolgere da più parti dei sonori fischi e frasi come "vattene, non ti vogliamo qui". "Se sono qui è perché mi ha invitato qualcuno. Mi ha invitato il Popolo Viola e poi questa legge  porta il mio nome, l'hanno chiamata legge D'Addario. Ho tutto il diritto di essere qua", ha risposto la D'Addario.
Sul tema è interventuto anche il presidente del sindacato giornalisti, Roberto Natale: "Preciso che la Fnsi non ha messo servizio d'ordine all'entrata di piazza Navona. Mi chiedo perché chi si scandalizza per la presenza della  d'Addario non si sia scandalizzato mesi fa della sua presenza a Palazzo Grazioli".

Intanto in giornata il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è intervenuto sul disegno di legge affermando che i "punti critici sono chiari" e che il Quirinale non ha il compito di formulare modifiche, ma si riserva una valutazione finale.
Per il presidente del Senato, Renato Schifani, invece l'esame del ddl sulle intercettazioni "si farà comunque dopo l'estate". Schifani ha spiegato che per un esame prima della pausa estiva "non ci sono i tempi tecnici".

Il ddl, che limita il ricorso alle intercettazioni come strumento d'indagine dei pm e la possibilità dei media di raccontare le inchieste in corso, infliggendo dure sanzioni pecuniarie agli editori che violano il divieto di pubblicazione, ha raccolto in Italia le critiche di magistrati, investigatori, giornalisti ed editori.
Il testo del ddl sulle intercettazioni telefoniche arriverà in aula alla Camera il prossimo 29 luglio, dopo l'esame della manovra economica, come ha deciso la conferenza dei capogruppo di Montecitorio.
La calendarizzazione in aula alla Camera del ddl intercettazioni è stata definita un ''atto di forza, un segnale indicativo di una volontà negativa verso ipotesi di riflessione più profonda per migliorare la legge'' dal segretario della Federazione Nazionale della Stampa, Franco Siddi.

Tra le adesioni alla protesta odierna di partiti di opposizione, movimenti e associazioni di categoria, direttori di testate, è giunta anche quella della Federazione Europea dei Giornalisti (Efj).

Da segnalare anche la nascita del progetto Libera Rete: un network di piccole televisioni sul web che hanno deciso di unirsi proprio il 1 luglio insieme a centinaia di piattaforme create dal basso, con l'adesione di grandi gruppi editoriali del Paese per abbracciare "la battaglia per la libertà di informazione e per il diritto inalienabile dei cittadini ad essere informati su ciò che accade intorno a loro. Contro la legge che quel diritto vuole offuscare, o comunque incasellare entro certi limiti. Così nasce Libera rete.

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