Stupidario dell'odio in rete, senza limiti e senza colore

Politica

Su Facebook e in tante nicchie di discussione politica online la diffamazione e l'istigazione alla violenza sono all'ordine del giorno. In maniera del tutto bipartisan e non solo da sinistra verso destra. Anzi

di Nicola Bruno

I due principali principali gruppi nati su Facebook a sostegno di Massimo Tartaglia, l’aggressore di Silvio Berlusconi, sono stati oscurati dal social network. E questa è una notizia. Ma ne rimangono ancora attivi a decine online, e questo forse era già più prevedibile perché stare dietro alle decine di gruppi (dedicati ai temi più disparati) che nascono e muoiono nel giro di pochi minuti è davvero impresa molto, molto complicata.
Il meccanismo d’altra parte è ormai rodato: un evento di cronaca si impone all'attenzione? Subito su Facebook e gli altri social network scatta la gara a chi la spara più grossa, tra discussioni fuori dalle righe, provocazioni al limite della diffamazione e gli immancabili gruppi pro e contro.
Tra normale discussione, offese goliardiche e politics busting all'italiana, i gruppi su Facebook hanno però finito con l'irrompere nell'agenda politica. Con il ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi che ha chiesto al Viminale di oscurare "le pagine in cui si inneggia alla vigliacca aggressione subita dal presidente del Consiglio". E Gabriella Carlucci che ha alzato ancora di più la posta: "Internet e i social network stanno diventando, ogni giorno di più, canali e strumenti di diffusione di odio e veleno. È giunto il momento di eliminare definitivamente l'anonimato in rete".
Ma davvero Facebook e gli altri forum online sono la palestra per "chi vuole instaurare un clima da guerra civile in Italia", come ha dichiarato il Sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano? Può darsi che i social network siano anche questo, ma non servono molti click per rendersi conto che la rete italiana pullula di messaggi che "istigano all'odio e alla violenza". Stupisce che ce ne si accorga solo adesso. Se di recente ha fatto discutere l'ennesimo gruppo su Facebook "Uccidiamo Berlusconi", non ci è voluto molto per scoprire che qualsiasi leader politico ha i suoi presunti killer virtuali: da "Dario Franceschini sparati" a "Odio Veltroni".
Mettendo da parte le enclave digitali dei gruppi di estrema destra (su cui si trovano perle del tipo: "Il fatto che siano negri non vuol dire che non possano essere picchiati o uccisi"), basta fare un salto nei forum ufficiali dei partiti al governo per scoprire che non è tutto dialogo e confronto civile. Anzi. Sulla pagina ufficiale di Facebook del "Governo Berlusconi", in mezzo a decine di auguri di pronta guarigione, c'è anche chi dice: "Rimettiti in forza x farli morire impiccati con le loro mani", "Difendiamo il nostro presidente con la forza contro questi meschini/infami/ipocriti comunisti".
E lo stesso sulle pagine personali di politici: si vedano i commenti a questo post di Gianfranco Micciché. Toni ancora più accesi sul gruppo "Vergogna per Massimo Tartaglia", dove sono stati pubblicati messaggi del tipo: "E tartaglia figlio di p...", "Tartaglia la tua vita è finita".
Come dire: l’odio e la stupidità viaggiano online a destra come a sinistra. E le dichiarazioni dei politici leghisti diventano spunto per commenti in cui le parole più citate sono "terrone", "negro", sporco".
Ma non c’è solo Facebook: anche nei “tradizionali” forum politici sparsi in giro per il web, la discussione non è delle più pacate. E' il caso di alcuni forum politici (anche di "ispirazione" leghista) ospitati su Giovani.it e PoliticaOnline.it.
Come dire, lo stupidario dell'odio in rete è ampio, variegato e rigorosamente bipartisan.

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