Google, il Ceo al Congresso Usa: “Per adesso no a motore di ricerca censurato in Cina”

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Il Ceo di Google Sundar Pichai (Foto Ansa)

Sundar Pichai, ad del colosso di Mountain View, ha parlato di fronte alla commissione Giustizia della Camera, dove è stato incalzato da un fuoco di fila di domande sulla privacy e sui presunti pregiudizi del motore di ricerca verso i conservatori

Nel giorno in cui Google ha annunciato la chiusura anticipata di Google+ a causa di un bug nel software che avrebbe reso vulnerabili le informazioni di 52 milioni di persone, il Ceo del colosso di Mountain View, Sundar Pichai, si presenta per la prima volta davanti alla commissione Giustizia della Camera Usa per una testimonianza nella quale uno dei punti centrali è proprio la privacy. L’ad, tra le altre cose, ha detto che Google al momento non ha in programma nessuna versione epurata del suo motore di ricerca per la Cina.

“Sosteniamo le norme federali sulla privacy”

A questo proposito, secondo il testo preparato e diffuso prima dell'audizione, Pichai ha assicurato che Google riconosce ''l'importante ruolo dei governi, inclusa questa commissione, nel fissare regole per lo sviluppo e l'uso della tecnologia. A questo fine sosteniamo le norme federali sulla privacy e il contesto normativo proposti nel corso dell'anno''.

“Nessuna faziosità politica”

Ma Pichai ha toccato anche il tema della politica, perché i repubblicani, tra cui il presidente Donald Trump, accusano la società californiana di discriminare le voci conservatrici. Il Ceo ha confermato di guidare la società "senza alcuna faziosità politica" perché essere di parte significherebbe violare "i principi di base" e "gli interessi" di Google. "Siamo una società che fornisce piattaforme per diverse prospettive ed opinioni e queste non mancano neppure tra i nostri dipendenti", osserverà Pichai.

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