Il 24 marzo è la Giornata internazionale per il diritto alla verità

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La Giornata internazionale per il diritto alla verità è stata stata istituita dall'Onu nel 2010 (archivio Getty Images)
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Istituita dalle Nazioni Unite nel 2010, vuole ricordare le vittime causate dalla violazione dei diritti umani e tutti coloro che hanno dato la vita per promuoverli e tutelarli

Il 24 marzo si celebra la Giornata internazionale per il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime. L'evento è stato istituito e promosso dall'Onu per ricordare le vittime di quella che rappresenta a tutti gli effetti una grave violazione del diritto umanitario.

Ricordando Oscar Romero

Sono milioni nel mondo i parenti delle vittime di esecuzioni sommarie, sparizioni forzate, rapimenti e torture che chiedono a gran voce di conoscere la verità sul destino dei loro cari. La ricorrenza, istituita nel 2010 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ricade nel giorno dell'assassinio di monsignor Óscar Arnulfo Romero, assassinato il 24 marzo 1980 a causa del suo impegno nella denuncia delle violazioni dei diritti umani degli individui più vulnerabili del Salvador. L'obiettivo dell'evento è, come ogni anno, triplice. In primo luogo si vuole onorare la memoria delle vittime di gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani e promuovere l'importanza del diritto alla verità e alla giustizia. C'è poi l'omaggio verso coloro che hanno dedicato, e a volte perso, la vita nella la lotta per la promozione e la tutela dei diritti umani. Infine c'è il ricordo dello stesso Romero morto per aver cercato di proteggere i più deboli e per essersi opposto a tutte le forme di violenza attuate a partire dagli anni Ottanta nel Salvador.

Diritto da tutelare

In uno studio condotto nel 2006, l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha concluso che il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani rappresenta un diritto inalienabile e autonomo. A questo è legato il dovere di ogni Stato di proteggere e garantire tale diritto attraverso la conduzione di indagini efficaci e la garanzia di rimedi tempestivi alle possibili violazioni. Lo studio afferma che il diritto alla verità implica piena e completa conoscenza degli eventi che hanno portato alle violazioni, le loro circostanze specifiche e i soggetti che vi hanno partecipato, comprese le ragioni che li hanno motivati. In un rapporto del 2009 sul diritto alla verità, l'ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha individuato le migliori pratiche per l'effettiva attuazione di questo diritto, in particolare le pratiche relative all'esame degli archivi e dei documenti riguardanti gravi violazioni dei diritti umani e ai programmi di protezione dei testimoni e di altre persone coinvolte in processi connessi a tali violazioni. Un primo passo in questa direzione è stato compiuto con la formazione della Commissione sulla Verità per il Salvador, organo indipendente creato nell'ambito degli accordi di pace firmati in Messico il 27 aprile 1991 tra il Governo e il Fronte "Farabundo Martì" per la liberazione Nazionale. L'organo aveva l'incarico di indagare sui gravi atti di violenza verificatisi a partire dal 1980 e il cui impatto sulla società è stato ritenuto così importante da richiedere una conoscenza pubblica urgente della verità. Nella sua relazione del 15 marzo 1993, la Commissione ha documentato i fatti dell'assassinio di Romero da parte delle forze filogovernative, i cosiddetti "squadroni della morte". Romero fu ucciso mentre celebrava messa il 24 marzo 1980.

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