Scandalo dati, negli Usa scatta la prima class action contro Facebook

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Foto: archivio Ansa
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L’azione legale nei confronti del social network e di Cambridge Analytica è stata avanzata presso la corte distrettuale di San Jose, in California. Secondo i promotori, i dati raccolti sarebbero stati utilizzati impropriamente per avvantaggiare la campagna di Trump

Lo scandalo che ha coinvolto Facebook e Cambridge Analytica ha fatto scattare negli Usa la prima class action contro le due aziende coinvolte nel nuovo datagate. L'azione legale è stata avanzata presso la corte distrettuale di San Jose, in California, e potrebbe aprire la strada a molte altre cause collettive per la richiesta dei danni provocati dalla mancata protezione dei dati personali. Dati raccolti senza alcuna autorizzazione - spiegano i promotori dell'azione legale - e che sarebbero stati utilizzati per avvantaggiare la campagna elettorale di Donald Trump nel 2016.

Possibile class action anche in Italia

Intanto anche in Italia si prospettano azioni legali nei confronti di Facebook e Cambridge Analytica: "Al pari delle associazioni dei consumatori americane, il Codacons sarà la prima organizzazione italiana a depositare una class action contro Facebook", spiega il presidente Carlo Rienzi. "Se saranno accertate condotte illecite circa l'uso dei dati sensibili degli utenti, la loro profilazione a fini politici e l'avvio di campagne di comunicazione a carattere elettorale, chiameremo la società a rispondere dei danni prodotti ai cittadini italiani iscritti al social network". Si potrebbe trattare di "una class action che vedrà coinvolti oltre 30 milioni di italiani attivi su Facebook, e che sarà finalizzata a far ottenere agli utenti il giusto risarcimento dei danni morali subiti legati ad eventuali utilizzi illeciti di dati sensibili e alla violazione delle norme sulla privacy", ha concluso il presidente del Codacons.

Il caso Cambridge Analytica

Lo scandalo per il quale è stata avviata la prima class action negli Stati Uniti, è esploso in seguito alle inchieste del New York Times e del Guardian. Le due testate giornalistiche hanno fatto emergere come la società di analisi Cambridge Analytica avrebbe usato in modo improprio i dati personali di 50 milioni di utenti di Facebook, raccolti tramite la app ‘thisisyourdigitallife'. L'obiettivo sarebbe stato quello di sviluppare tecniche e software in grado di "profilarli" e di indicarli come destinatari di annunci politici su misura. Successivamente, i dati sarebbero stati usati per orientare l'opinione degli elettori nella campagna elettorale di Donald Trump durante le presidenziali americane nel 2016 e anche durante la campagna per la Brexit.

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