Lettera di Ratzinger modificata, si dimette monsignor Edoardo Viganò

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Monsignor Edoardo Viganò (Ansa)
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Papa Francesco ha accettato la rinuncia del prefetto della Segreteria per la Comunicazione. Il passo indietro arriva dopo che, in occasione dell’anniversario del pontificato di Bergoglio, aveva letto una missiva di Benedetto XVI omettendone dei passaggi

Papa Francesco ha accettato la rinuncia di mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione (Spc). Fino alla nomina del nuovo prefetto, la Spc sarà guidata dal segretario del medesimo dicastero, mons. Lucio Adrián Ruiz. Lo annuncia il direttore della sala stampa vaticana, Greg Burke. Le dimissioni sono legate alla vicenda della lettera del Papa emerito Benedetto XVI. Papa Francesco, pur accogliendo la richiesta di Viganò, l'ha successivamente nominato assessore per il Decastero.

La lettera di Ratzinger

Il caso è scoppiato quando, durante il quinto anniversario di pontificato di Jorge Bergoglio, monsignor Viganò ha diffuso una lettera di Papa Ratzinger per rafforzare l'immagine di Papa Francesco. In essa veniva sottolineato che la pubblicazione de "La teologia di Papa Francesco", presentata in quella occasione, sfatava "lo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica". Il prefetto della Segreteria per la Comunicazione aveva però saltato la parte in cui Ratzinger ammetteva di non avere in realtà letto il libro: "In tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti. Sono certo che avrà comprensione e la saluto cordialmente".

Le dimissioni di Viganò: "Mi faccio in disparte"

Le dimissioni di monsignor Viganò sono arrivate attraverso una lettera indirizzata a Papa Francesco. "In questi ultimi giorni si sono sollevate molte polemiche circa il mio operato che, al di là delle intenzioni, destabilizza il complesso e grande lavoro di riforma che Lei mi ha affidato nel giugno del 2015 e che vede ora, grazie al contributo di moltissime persone a partire dal personale, compiere il tratto finale", scrive nella sua missiva di rinuncia, datata 19 marzo. "La ringrazio per l'accompagnamento paterno e saldo che mi ha offerto con generosità in questo tempo e per la rinnovata stima che ha voluto manifestarmi anche nel nostro ultimo incontro", prosegue. "Nel rispetto delle persone, però, che con me hanno lavorato in questi anni e per evitare che la mia persona possa in qualche modo ritardare, danneggiare o addirittura bloccare quanto già stabilito dal Motu Proprio 'L'attuale contesto comunicativo' del 27 giugno 2015, e soprattutto, per l'amore alla Chiesa e a Lei Santo Padre, Le chiedo di accogliere il mio desiderio di farmi in disparte rendendomi, se Lei lo desidera, disponibile a collaborare in altre modalità".

La risposta di Bergoglio: "Prosegui come assessore per il Decastero"

Oggi, 21 marzo, rispondendo a Viganò, il Santo Padre ha scritto che "a seguito dei nostri ultimi incontri e dopo aver a lungo riflettuto e attentamente ponderate le motivazioni della sua richiesta a compiere 'un passo indietro' nella responsabilità diretta del Dicastero per le comunicazioni, rispetto la sua decisione e accolgo, non senza qualche fatica, le dimissioni da Prefetto". "Le chiedo di proseguire restando presso il Dicastero - aggiunge il Pontefice - e nominandola come assessore per il Dicastero della comunicazione". 

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