Elezioni in Russia, plebiscito per Putin: trionfa con il 75%

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Il trionfo di Putin: "Davanti a noi sfide enormi, serve una svolta" (Foto: ANSA)
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"Grazie a tutti, il successo è il nostro destino" così lo zar eletto per la quarta volta. Al secondo posto, il candidato del Partito comunista Pavel Grudinin col 15,9%. L'affluenza al 63,7%

Vladimir Putin trionfa con oltre il 75% dei voti. Questo il dato ufficiale quando è stato scrutinato il 60% delle schede. "Grazie a tutti, il successo è il nostro destino" ha detto lo zar di Russia dopo aver conquistato, come previsto, il quarto mandato. Plebiscito per lui dalle urne, ma delusione per l'affluenza che si attestata al 63,7%. Il presidente e il suo staff, infatti, puntavano ad almeno il 70% delle preferenze con almeno il 70% dell'affluenza.

Putin: "Ci aspettano sfide enormi"

"Ora è importante essere uniti e includere nella nostra squadra anche chi ha votato altri candidati. Lavoreremo tutti duramente per il futuro della grande Russia" ha detto Putin parlando alla folla davanti al Maneggio, nel cuore di Mosca a pochi passi dal Cremlino. "Davanti a noi ci aspettano sfide enormi, dobbiamo risolvere i problemi della nazione, serve una svolta", ha aggiunto. "Questo risultato significa che è stato approvato quello che abbiamo fatto in condizioni difficili in questi anni ma anche quello che faremo, ciò che abbiamo proposto: mi auguro che le forze politiche si sforzino di pensare al bene del paese prima che al loro tornaconto".

"Sciocchezza" pensare che la Russia abbia ucciso Skripal

Putin interviene poi per la prima volta sul caso Skripal. Pensare che la Russia sia colpevole, ha detto, "è una sciocchezza". "Ritenere che potessimo fare una cosa del genere prima delle elezioni e dei campionati del mondo è davvero sciocco", ha aggiunto il presidente appena rieletto. "Se si fosse trattato di nervino di tipo militare Serghei Skripal sarebbe morto sul posto: noi abbiamo distrutto il nostro arsenale chimico mentre i nostri partner non lo hanno ancora fatto".

"Grazie Theresa May"

Ringrazia gli elettori anche il portavoce della campagna elettorale di Putin, Andrei Kondrashov. A dire il vero, più che gli elettori, ringrazia pubblicamente la premier britannica Theresa May: "Ancora una volta la Gran Bretagna non ha capito la mentalità della Russia: se ci accusano di qualcosa in modo infondato, il popolo russo si unisce al centro della forza e il centro della forza oggi è senz'altro Putin". Il riferimento è allo scontro con Londra sul caso dell'ex agente dell'intelligence di Mosca Serghei Skripal.

I risultati

I dati parziali che arrivano dai seggi, quando è stato scrutinato il 25% dei voti, vede al secondo posto il candidato comunista Pavel Grudinin al 15.44%, l'ultranazionalista Vladimir Zhirinovsky al 6,84%, la giornalista Ksenia Sobchak all'1,39%. Al quinto posto il candidato del partito Yabloko, Grigory Yvlinsky, con lo 0,79%.

Quattro anni fa l'annessione alla Crimea

Un dato certo è che con il quarto mandato, Putin è il leader russo più longevo, dopo il dittatore sovietico Stalin. I russi gli riconoscono di aver sempre difeso gli interessi nazionali, di fronte a un Occidente che sentono sempre più ostile. Non a caso, Putin - che non ha praticamente fatto campagna elettorale - ha puntato molto sull'orgoglio patriottico, in questa giornata: le presidenziali sono state appositamente spostate il 18 marzo, per farle coincidere con l'anniversario della ratifica dell'annessione della Crimea alla Russia. Questa operazione - costata poi a Mosca alle sanzioni internazionali - la guerra in Siria, a fianco del regime di Damaso, le presunte inferenze nelle elezioni Usa, sono state tutte azioni condannate dai paesi occidentali, ma che in patria hanno solo fatto crescere la reputazione di Putin come leader forte.

Il caso Navalny 

L'astensionismo era l'arma, con cui quello che doveva essere l'unico vero candidato di opposizione, Aleksei Navalny - escluso dalla corsa presidenziale per problemi con la giustizia, a suo dire creati appositamente per tenerlo lontano dalla politica - aveva sfidato Putin. Navalny aveva chiesto ai russi di boicottare le urne, per protestare contro "elezioni farsa" e la mancanza di reale competizione politica nel paese. Numerosi giovani del suo movimento si sono arruolati nelle fila degli osservatori, che in tutta la Russia stanno lavorando per arginare presunti brogli e tentativi di gonfiare i risultati a favore di Putin.

Il leader più longevo

La realtà è che dopo 18 anni a capo del paese, i russi vogliono ancora lo stesso presidente, perché non vedono alternative valide. Questo è dovuto sia alla puntuale repressione delle voci sgradite, all'onnipresenza di Putin sulle tv nazionali, dove la gran parte dei russi si informa, e dalla radicata condizione che solo lui possa difendere la Russia, ormai accerchiata da nemici che vogliono indebolirla.

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