Unione Europea: no a marchio "Mafia" per ristoranti, offende l'Italia

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Un'immagine della pagina Facebook del marchio "La Mafia se sienta a la mesa" (La mafia si siede a tavola)
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Il Tribunale dell'Ue accoglie la richiesta del nostro Paese contro una catena spagnola: "Trasmette un'immagine positiva dell'organizzazione criminale", ha stabilito la sentenza

L'Europa boccia il marchio “Mafia” per i ristoranti. Lo ha deciso il Tribunale dell'Unione Europea con una sentenza depositata il 15 marzo in merito a un ricorso presentato dalla catena spagnola “La Mafia se sienta a la mesa” (“La Mafia si siede a tavola”).

"Contraria all'ordine pubblico"

Secondo la nona sezione del Tribunale comunitario, "tale marchio è di natura tale da scioccare o offendere non solo le vittime di detta organizzazione criminale e le loro famiglie, ma anche chiunque, nel territorio dell'Unione, si trovi di fronte al marchio e abbia un normale grado di sensibilità e tolleranza". La sentenza dispone dunque che il marchio sia dichiarato "nullo". Secondo la Corte si tratta infatti di una denominazione “contraria all'ordine pubblico” e che offende l'Italia.

La catena spagnola

La vicenda è cominciata nel 2006, quando la società spagnola "La Honorable Hermandad" (alla quale è succeduta "La Mafia Franchises") ha chiesto all'Ufficio dell'Unione Europea per la proprietà intellettuale (Euipo) di registrare il marchio "La Mafia se sienta a la mesa" per i propri servizi di ristorazione. Successivamente nel 2015 l'Italia ha depositato, sempre presso l'Euipo, una domanda per far dichiarare nullo il marchio, sostenendo che fosse contrario all'ordine pubblico e al buon costume.

"Offesa all'Italia"

La domanda dell'Italia venne accolta dall'Euipo. La società spagnola quindi replicò presentando ricorso al Tribunale dell'Ue, sostenendo che l'intento era quello di rimandare innocentemente alla saga cinematografica de "Il Padrino". "'La Mafia se sienta a la mesa' rinvia ad un'organizzazione criminale, trasmette un'immagine complessivamente positiva di tale organizzazione e banalizza i gravi attacchi sferrati da detta organizzazione ai valori fondamentali dell'Unione”, si legge però nella sentenza che da dato nuovamente torto all'azienda iberica.

Un business milionario

La decisione è stata accolta con favore da Coldiretti che, nel commentare positivamente la sentenza, denuncia i casi in cui si fanno affari sfruttando a tavola episodi, personaggi e forme della criminalità organizzata italiana. Si tratta, secondo Coldiretti, di “un business milionario” che si estende dai ristoranti ai prodotti. "Va fermato l'utilizzo commerciale di tutti quei marchi che sfruttano gli stereotipi legati alle organizzazioni mafiose, banalizzando fin quasi a normalizzarlo un fenomeno che ha portato dolore e lutti lungo tutto lo Stivale", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

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