Riyad, riapre l'hotel Ritz-Carlton: era stato trasformato in carcere

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L'hotel di Riyad, per tre mesi prigione dorata (Getty Images)
GettyImages-RitzCarlton_ArabiaSaudita

Per tre mesi l'albergo della capitale dell'Arabia Saudita aveva ospitato principi, magnati ed ex ministri coinvolti nelle “purghe” contro la corruzione nel Paese. Molti dei detenuti hanno contrattato il loro rilascio

 

L'hotel Ritz-Carlton di Riyad ha riaperto i battenti domenica 11 febbraio dopo che, per tre mesi, era stato convertito in una sorta di prigione dorata per i membri dell'élite economica e politica dell'Arabia Saudita, tra cui alcuni principi, oggetto di una massiccia campagna anticorruzione.

Magnati ed ex ministri detenuti in hotel

Negli scorsi mesi, l'albergo della capitale saudita aveva infatti ospitato decine di ex ministri e magnati del Paese, che qui erano stati rinchiusi (e interrogati), sotto stretta sorveglianza. Come riporta il quotidiano “Le Monde”, le porte del Ritz-Carlton sono state riaperte ai clienti a partire da domenica, in anticipo di qualche giorno rispetto alla data prevista, ossia mercoledì 14 febbraio. L'hotel, nel quale aveva soggiornato anche Donald Trump in occasione della sua visita di Stato in Arabia Saudita, non è l'unico luogo “straordinario” a essere stato utilizzato come carcere.

Rilasciata la maggior parte dei sospetti

I detenuti – tra cui appunto undici principi arrestati nel corso delle “purghe” del 4 novembre scorso, che avevano portato al fermo di 381 sospetti – erano stati evacuati dall'albergo due settimane fa. La maggior parte è stata rilasciata o perché le accuse “non erano fondate” oppure dopo aver raggiunto un accordo con le autorità. Accordo che, secondo il procuratore citato dall'Afp, permette allo Stato di recuperare in totale oltre 400 miliardi di riyal, l'equivalente di più di 85 miliardi di euro. In stato di detenzione restano ad oggi 56 persone.

Il caso del principe Alwaleed bin Talal  

Tra chi ha “contrattato” con le autorità c'è anche il principe Alwaleed bin Talal – il più “mediatico” tra gli arrestati, come lo definisce sempre “Le Monde”, in quanto possessore di una delle fortune più grandi al mondo – finito nelle maglie di una campagna anticorruzione senza precedenti lanciata dal principe ereditario, il 32enne Mohammed bin Salman Al Saud. Alwaleed, 62enne cugino dello stesso Al Saud e anche lui “ospite” dell'hotel Ritz-Carlton, è stato rilasciato a fine gennaio dopo aver concluso un accordo con le autorità, la cui cifra non è però stata divulgata.  

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