Afghanistan, Isis attacca sede Save the Children: almeno 6 vittime

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Un'immagine della zona dell'attacco (Getty Images)

L'assalto si è concluso dopo oltre 10 ore, alle 19 locali (15,30 ora italiana), con l'uccisione di cinque miliziani dello Stato Islamico. Avrebbe causato anche 24 feriti. A seguito dell'attentato, l'Ong ha deciso di sospendere la sua attività nel Paese

Un commando ha attaccato la sede della Ong Save the Children a Jalalabad City, nell'est dell'Afghanistan. Dopo dieci lunghissime ore di operazione, le autorità afghane hanno fornito un bilancio - non si sa se definitivo - di undici morti e 24 feriti. Tra le vittime sarebbero compresi anche i cinque miliziani dello Stato Islamico che hanno sferrato l'attacco. Mentre attraverso un comunicato, Save the Children ha reso noto che tre membri del suo staff hanno perso la vita nell'assalto

La dinamica dell'attacco

Secondo fonti ufficiali, un kamikaze si è fatto saltare in aria a bordo di una vettura imbottita di esplosivo intorno alle 9.10 del mattino ora locale del 24 gennaio (circa le 5.40 in Italia) all'ingresso dell'edificio che ospita l'organizzazione. L'esplosione avrebbe permesso al commando armato di penetrare all'interno della struttura e prendere in ostaggio la cinquantina di impiegati presenti. L'assalto si è concluso soltanto dieci ore dopo, alle 19 locali (le 15,30 italiane) con l'uccisione dei militanti dello Stato Islamico. In alcune immagini dell'emittente "Tolo News", caricate su Twitter e diffuse nelle ore successive all'inizio dell'assalto, si sentono distintamente gli spari provenienti dalla zona. Una delle persone ricoverate ha parlato di "un'enorme esplosione", e altri testimoni oculari hanno riferito scene di panico, auto in fiamme (almeno due della stessa Ong) e bambini in fuga: sarebbero gli alunni di una scuola privata che si trova vicino alla sede di Save the Children. Durante le operazioni delle forze di sicurezza afghane sarebbero stati liberati almeno 45 membri dello staff della sezione di Jalalabad City, fra cui 12 donne, che hanno potuto riabbracciare parenti e amici che li attendevano da lunghe ore al freddo.

Tre collaboratori di Save The Children tra le vittime

Tra le vittime dell'attacco ci sono 3 operatori dell'ong. "È con profonda tristezza - si legge in un comunicato dell'organizzazione - che confermiamo che tre membri dello staff di Save the Children sono stati uccisi nell’attacco di oggi alla nostra sede a Jalalabad, in Afghanistan. Tutto il resto dello staff che si trovava nella struttura è stato tratto in salvo, mentre in quattro sono rimasti feriti nel corso dell’attacco e stanno attualmente ricevendo cure mediche". In segno di cordoglio per i colleghi che hanno perso la vita, Save the Children ha deciso che la homepage del sito e le immagini di tutti gli account social dell'organizzazione diventeranno completamente neri, abbandonando il tradizionale logo rosso.

I Talebani: "Nessuna responsabilità". Rivendica l'Isis

L'attacco, rivendicato dall'Isis, arriva a quattro giorni da quello firmato dai Talebani, che hanno colpito un hotel internazionale a Kabul. Gli stessi Talebani sostengono di non avere alcuna responsabilità in questo nuovo attentato, come scrive via Twitter il portavoce Zabihullah Mujahid: "Attacco odierno nella città di Jalalabad: nulla a che vedere con i mujaheddin dell'emirato islamico".

Affronto all'umanità

L'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ed i commissari per le crisi umanitarie e allo Sviluppo, Christos Stylianides e Neven Mimica, in una nota congiunta parlano di "grave violazione del diritto umanitario". "È un affronto a tutte le organizzazioni umanitarie, all'umanità, e dimostra un palese disprezzo per il benessere e il futuro di tutti i bambini afgani, che si affidano al lavoro dedicato degli altri. Le nostra condoglianze vanno alle famiglie delle vittime - prosegue la nota - e auguriamo una pronta guarigione ai feriti. I nostri pensieri vanno anche a Save the Children, un partner di lunga data dell'Unione europea in Afghanistan e nel resto del mondo, che lavora incessantemente per salvare e cambiare al meglio la vita delle persone. Non permetteremo che atti di terrore possano scoraggiare il nostro sostegno ai più bisognosi in Afghanistan. L'Ue sostiene le autorità afghane ed il suo popolo e rimane impegnata nell'aiutare il popolo afghano a raggiungere un futuro di pace".

L'Ong sospende l'attività in Afghanistan

In un precedente comunicato, l'organizzazione aveva invece annunciato l'interruzione delle attività nel Paese. "Siamo devastati dalla notizia dell’attacco all’ufficio di Save the Children - comunicava l'ong - la nostra prima preoccupazione è la sicurezza del nostro staff". Save the Children lavora nel Paese asiatico dal 1976, in 16 delle 34 province dello Stato, dove realizza progetti per la protezione dell'infanzia, di educazione, salute e nutrizione e interventi per contrastare e prevenire la povertà delle famiglie e dei bambini e di risposta alle emergenze, grazie ai quali vengono raggiunti oltre 700mila minori.

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