Cantante egiziana condannata a 2 anni per un video "troppo sexy"

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Shyma (foto da Instagram)
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La popstar Shyma dovrà inoltre pagare una multa di circa 1000 dollari per aver "istigato alla dissolutezza" con la clip del brano "Andy Zoroof". Stessa pena anche per il regista

Due anni in carcere per un videoclip troppo sexy: è la condanna inflitta da un tribunale egiziano alla popstar Shyma, accusata di "incitazione alla dissolutezza". Per essersi esibita in atteggiamenti sessualmente allusivi nel video del brano "Andy Zoroof" la cantante dovrà inoltre pagare una multa di circa 1000 dollari. Anche il regista della clip dovrà scontare la stessa pena.

Il video dello scandalo

Shyma, all'anagrafe Shimaa Ahmed, era stata arrestata poco dopo la pubblicazione del videoclip "Andy Zoroof" (traducibile con "Ho dei problemi"), in cui si mostrava in lingerie e ballava in modo sensuale su una scenografia caratterizzata da riferimenti sessuali. Numerosi cittadini avevano infatti sporto denuncia per oscenità, e il giornale Youm 7 aveva scritto un duro articolo contro la cantante definendola un esempio di "dissolutezza". Sommersa dalle critiche, Shyma aveva scritto un post su Facebook  in cui si scusava per il clamore suscitato: "Mi scuso con tutte le persone che hanno visto la clip e che sono rimaste sconvolte interpretandola nel modo sbagliato. Non immaginavo che sarebbe accaduto ciò". Shyma si è presentata al cospetto della corte martedì 12 dicembre, indossando un niqab che le copriva il viso. Secondo quanto riporta il Telegraph, stava leggendo il Corano mentre attendeva che venisse emessa la sentenza.

Gli altri casi

Non è la prima volta che il governo conservatore del presidente Abdel Fattah al-Sisi punisce un’artista per atteggiamenti troppo provocanti: nel 2015 due ballerine di danza del ventre, Shakira e Bardis, furono condannate a sei mesi di carcere per aver "incitato alla dissolutezza e all’immoralità" nei loro videoclip. Le associazioni per la difesa della comunità LGBT denunciano invece che dall'arrivo del nuovo presidente, avvenuto nel 2013, circa 300 persone sono state arrestate e condannate con l'accusa di omosessualità.

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