Ue, Africa e Onu varano una task force per proteggere i migranti

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L'accordo al vertice di Abidjan: tra i punti anche i rientri volontari assistiti nei Paesi d'origine e le ricollocazioni dei richiedenti asilo

Una task force congiunta tra Unione europea, Unione africana e Onu per proteggere i migranti lungo le rotte della tratta, in particolare in Libia, e per accelerare i rientri volontari assistiti nei Paesi d'origine e le ricollocazioni dei richiedenti asilo. E' il risultato più concreto raggiunto nel corso del quinto vertice Ue-Unione africana, che si chiuderà giovedì ad Abidjan: approfondire la cooperazione già in atto tra le tre organizzazioni internazionali, per smantellare le reti di trafficanti di esseri umani e per contribuire allo sviluppo dei Paesi d'origine, affrontando le cause alla radice delle migrazioni.

Il vertice

Un vertice proprio sul tema dei migranti in Libia si è svolto a margine dei lavori del summit in Costa d'Avorio. All'incontro erano presenti, a quanto si è appreso, Paolo Gentiloni, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Mariano Rajoy, l'alto rappresentante Ue Federica Mogherini, il premier libico Fayez al Serraj e altri leader africani, tra cui Niger, Congo Brazzaville e Unione africana. Di fronte ai flussi che si sono riversati verso l'Europa, ma anche all'interno dello stesso continente africano, in cui si trova la maggior parte dei rifugiati, e di fronte alla minaccia del terrorismo di matrice islamista, la necessità di una partnership più stretta tra i due continenti che si specchiano nel Mediterraneo è balzata in alto tra le priorità dei leader europei. Il tema delle migrazioni occupa dunque uno spazio rilevante anche nelle conclusioni che saranno adottate domani nella capitale della Costa d'Avorio.

Ultima tappa in Africa per Gentiloni

"Esprimiamo il nostro forte impegno politico per affrontare le cause profonde del fenomeno", si legge in una delle ultime bozze del testo, che auspica uno spirito di "responsabilità condivisa" e sottolinea l'importanza di "rispettare e applicare in pieno il diritto internazionale per quanto riguarda il ritorno e la riammissione dei nostri cittadini". Il documento formula una serie di principi sulle priorità strategiche che dovranno animare i rapporti tra Europa e Africa nel periodo 2018-2022: dalla crescita alla creazione di posti di lavoro per i giovani, dagli investimenti nelle infrastrutture alla lotta al cambiamento climatico. Principi, sottolinea il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che "ora devono trasformarsi in un'azione forte e concreta. E' il momento di passare dalle parole ai fatti". Tajani ha anche invitato a rendere questi vertici un appuntamento più frequente e strutturato. Il summit è stato anche la tappa conclusiva del viaggio africano di Gentiloni, che da un lato ha sottolineato i "risultati straordinari" nella riduzione dei flussi migratori, dall'altro ha invitato a una maggiore condivisione, anche finanziaria, del problema.

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