Giappone, politica cacciata da Aula perché aveva con sé bimbo piccolo

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Le regole delle assemblee municipali della città di Kumamoto vietano ai visitatori di stare in aula nel corso delle sessioni (foto: archivio Getty Images)
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Decisa a sottolineare le difficoltà a livello lavorativo delle madri, la consigliera Yuka Ogata è stata costretta dai colleghi ad abbandonare la sessione dell’assemblea municipale di Kumamoto

La politica giapponese Yuka Ogata è stata costretta ad abbandonare temporaneamente l’Aula dove si sarebbe tenuta la sessione plenaria dell’assemblea municipale di Kumamoto, nel sud del Giappone, perché portava con sé il proprio bimbo di sette mesi. Decisa a sottolineare le difficoltà lavorative delle madri giapponesi, è stata allontanata dai colleghi prima di affidare il piccolo ad un amico e tornare a presenziare in aula.

Le difficoltà delle donne giapponesi in carriera

Yuka Ogata è una consigliera giapponese che ha studiato negli Stati Uniti e ha lavorato per le Nazioni Unite. È stata eletta nell’aprile del 2015. La sua decisione di portare il proprio bimbo di sette mesi con sé alla sessione plenaria dell’assemblea municipale, come riferiscono i media locali, era anche dettata dalla volontà di sensibilizzare i partecipanti sulle difficoltà delle madri giapponesi a livello lavorativo. Poco prima che iniziasse la sessione, Ogata è stata avvicinata dal presidente dell’assemblea Yoshitomo Sawada e dallo staff della segreteria che, dopo aver chiesto il perché avesse portato con sé suo figlio, l’hanno invitata a lasciare l’aula. La consigliera è stata così costretta a lasciare il piccolo alle cure di un amico per poter presenziare di nuovo in aula. In base ai regolamenti dell’assemblea, i visitatori non possono partecipare alla sessione, anche se non ci sarebbe alcuna norma che impedisce ai bambini piccoli di stare in aula. La segreteria dell’assemblea ha specificato che la consigliera non avrebbe inoltrato alcuna richiesta specifica per poter portare il figlio durante la sessione.

La "womenomics" di Shinzo Abe

L’esperienza di Ogata ha aperto il dibattito sulla realtà quotidiana affrontata da molte madri lavoratrici giapponesi. Drazie alle misure previste dalla "womenomics", lanciata cinque anni fa dal Primo Ministro Shinzo Abe, è cresciuto il numero di donne giapponesi che sono entrate nel mondo del lavoro, così come sarebbero migliorati i servizi per l’infanzia, secondo il governo di Tokyo. Il numero di donne in posizioni manageriali sarebbe raddoppiato negli ultimi cinque anni, anche se si partiva da cifre piuttosto basse. Per il terzo anno consecutivo sarebbe aumentato anche il numero di bambini in lista d’attesa per l’asilo nido. Questo dato potrebbe mettere in discussione i piani del governo nipponico che, entro l’aprile del 2020, vorrebbe garantire un posto ad ogni bambino.

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