Silenzio sui Rohingya al vertice Asem. Nessun cenno da San Suu Kyi

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La leader birmana San Suu Kyi con l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri, Federica Mogherini (Ansa)
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La leader della Birmania ha accolto nella capitale Naypyidaw i ministri degli Esteri asiatici ed europei, tra i quali l'alto rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini. Ma non parla della minoranza musulmana e dell'emergenza umanitari

"Conflitti e instabilità nel mondo sono in parte dovuti all'immigrazione illegale che diffonde il terrorismo". Lo ha detto la leader della Birmania Aung San Suu Kyi accogliendo nella capitale Naypyidaw alcuni ministri degli esteri asiatici ed europei, tra questi anche l'Alto rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini.

Nessun riferimento alla crisi dei Rohingya

Nel suo discorso San Suu Kyi non ha fatto esplicito riferimento alla crisi dei Rohingya: nonostante i numerosi appelli della società internazionale, molti in Birmania considerano i profughi della minoranza musulmana immigrati illegali e li accusano di atti terroristici. "L'immigrazione illegale diffonde terrorismo e violenza, conflitti sociali e persino la minaccia di una guerra nucleare", ha sottolineato la leader birmana.

L'emergenza umanitaria

I rifugiati Rohingya ora in Bangladesh hanno descritto una campagna di stupro, omicidio e incendio doloso da parte dell'esercito e delle milizie; e un gran numero di Rohingya, una minoranza di fede islamica in un Paese a stragrande maggioranza buddista, stanno ancora fuggendo ogni giorno dalla violenza, dalla paura e dalla fame in Myanmar verso il Bangladesh. Il Myanmar nega gli abusi, sostenendo che è pronto e disposto a riprendersi i rifugiati se "si verifica" che appartengono a Rakhine. Ma i gruppi a tutela dei diritti umani ritengono che un rapido e sicuro rimpatrio di un alto numero di Rohingya è altamente  improbabile.
 

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