Cesare Battisti: “Il viaggio verso la Bolivia è stato una trappola”

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Cesare Battisti in una recente immagine d'archivio (Ansa)

“Qualcuno ha voluto portarmi alla frontiera, era tutto organizzato” sostiene l'ex terrorista aggiungendo che "la lotta armata è stata un suicidio". Ma Torregiani lo accusa: "E' responsabile della morte di mio padre"

"Qualcuno ha voluto portarmi alla frontiera con la Bolivia. È stata una trappola". Cesare Battisti, in un’intervista al Gr1 su Radio Uno, è tornato a parlare del suo arresto avvenuto a inizio ottobre al confine brasiliano. "Era tutto organizzato. Io qui in Brasile sono accettato da tutti, tutti mi vogliono bene", ha aggiunto l'ex leader dei Proletari Armati per il Comunismo, secondo il quale "nel plenario (dell'Alta Corte brasiliana, ndr) ci sono diverse voci, molte delle quali sono a mio favore”. Proprio ieri i giudici della Suprema corte hanno preso tempo e rinviato la decisione sull’habeas corpus, da cui potrebbe dipendere l’estradizione. 

Battisti: certo che ho compassione per le vittime 

Nella stessa intervista Battisti ha detto: “Certo che ho compassione per le vittime. Io ho 62 anni, ho moglie e figli, ho nipoti, già sono nonno”. L’ex terrorista ha aggiunto di avere una relazione epistolare con Alberto Torregiani, figlio del gioielliere Pierluigi, per il cui omicidio lo stesso Battisti è stato condannato a 13 anni e cinque mesi. "Ci siamo scritti durante gli anni. L'ho aiutato a scrivere un libro. Io ho lettere di Alberto Torregiani in cui mi dice testualmente che non ha nessun dubbio sul fatto che io non ho niente a che vedere con la morte del padre". Battisti ha detto di “essere uscito prima che iniziassero omicidi nel mio gruppo. La lotta armata è stato un suicidio, non poteva dare risultati per nessuno”.

Torregiani: certo che Battisti è responsabile

"Battisti racconta un sacco di balle”, ha replicato poche ore dopo Alberto Torregiani. “Certo che penso che non sia stato lui a uccidere materialmente mio padre. Lo dicono gli atti processuali. Ma lui fu tra quelli che progettarono gli attentati. Anzi, quando il gruppo terrorista si spaccò proprio sull'opportunità di uccidere mio padre, lui insistette. Certo che è responsabile”. Il figlio del gioielliere ucciso ha aggiunto che “Battisti se ha delle prove le usi, non rompa alle famiglie delle vittime. Il governo brasiliano si rende conto a chi sta dando credito? Ormai è delirante. Sta cercando di alzare un polverone come nel 2008 perché finche se ne parla lui rimane libero".

Alta Corte rinvia decisione

Ieri la prima sezione della Corte suprema che avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di 'habeas corpus' presentata dai legali dell’ex terrorista per evitarne l'estradizione in Italia ha deciso di ritirare l'argomento dall'ordine del giorno "per motivi processuali", rinviando il tutto. L'avvocatura dello Stato ha ricordato che comunque l'ultima parola spetterà al presidente brasiliano Temer. Un altro tribunale, intanto, ha confermato la libertà vigilata che era stata concessa a Battisti all'indomani dell'arresto al confine della Bolivia. L'italiano resta fuori dal carcere, ma con l'obbligo di presentarsi in tribunale a scadenze prefissate e di indossare il braccialetto elettronico.

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