Tillerson: "Restare nell'accordo con Iran è nell'interesse degli Usa"

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Il segretario di Stato americano sembra prendere le distanze da Trump, che nei giorni scorsi aveva annunciato che non certificherà l'accordo sul nucleare iraniano. Sulla Corea del Nord ha aggiunto: “Lo sforzo diplomatico andrà avanti fino a che non cadrà la prima bomba”

“Rimanere nell'accordo con l'Iran è nell'interesse degli Stati Uniti”. Sono queste le parole che il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, ha pronunciato nel corso di un’intervista alla Cnn. Tillerson, quindi, sembra prendere le distanze dall'offensiva lanciata dal presidente Donald Trump contro la storica intesa del 2015. Il segretario di Stato ha anche dichiarato che “lo sforzo diplomatico con la Corea del Nord andrà avanti fino a che non cadrà la prima bomba”. “Il presidente Trump ha chiarito che vuole risolvere la questione diplomaticamente. Non sta cercando di andare in guerra, mette solo in chiaro che ci sono opzioni militari”, ha aggiunto Tillerson. Anche se Trump, in un vecchio tweet, ha affermato che Tillerson perde tempo nel negoziare con Pyongyang.

La posizione di Trump sull’Iran

Tornando all’Iran, il leader della Casa Bianca, nei giorni scorsi, aveva annunciato che non certificherà l'accordo sul nucleare iraniano. Un'intesa che, invece, tutti gli altri firmatari hanno ribadito di voler rispettare e attuare: dalla Russia alla Cina fino all'Europa, che per bocca dell'Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini ha escluso la possibilità di rinegoziare il patto. Trump ha invitato il Congresso e gli alleati a rafforzare quella che ritiene “una delle peggiori e più sbilanciate transazioni che gli Stati Uniti abbiano mai intrapreso”, per colpa dell'amministrazione Obama. Il suo è sembrato un vero ultimatum: in assenza di miglioramenti, ha detto, “l'accordo verrà cancellato”.

Netanyahu dalla parte di Trump

A favore di Trump, e contro l’accordo, è tornato a parlare il premier israeliano Benyamin Netanyahu. “Se l'accordo non sarà cambiato, è chiaro che l'Iran disporrà di un arsenale di armi atomiche entro pochi anni. L'accordo non ferma questa possibilità ma crea un percorso protetto per la costruzione di un sistema di arricchimento che permetterà all'Iran di arrivare speditamente a molte decine di bombe nucleari”, ha detto. E si è congratulato di nuovo con Trump per la sua decisione: “Questa scelta crea l'occasione per correggere l'accordo”. Sull'Iran, ha aggiunto il ministro della difesa israeliano Avigdro Lieberman, gli Europei continuano “a mettere la testa sotto la sabbia esattamente come hanno fatto prima della Seconda Guerra mondiale. Continuano a fuggire dalla realtà”. La linea di Trump è stata accolta favorevolmente anche dal maggiore gruppo armato curdo che si batte contro il governo iraniano. Il Partito democratico del Kurdistan iraniano (Hdk) ha auspicato che alle parole facciano seguito azioni concrete, in particolare contro il ruolo dei Pasdaran nella regione.

Contro Trump, May e Merkel

Contro la posizione di Trump, invece, si sono dette ancora una volta la premier Theresa May e la cancelliera Angela Merkel. Regno Unito e Germania “restano fermamente impegnati” al rispetto dell'accordo sul nucleare con l'Iran, hanno ribadito le due leader in una conversazione telefonica, impegnandosi ad affrontare la questione anche al prossimo vertice Ue di Bruxelles. Per i due maggiori alleati europei di Washington, la comunità internazionale deve “continuare a spingere congiuntamente l'Iran contro ogni attività di destabilizzazione regionale ed esplorare modi per affrontare le preoccupazioni sul programma missilistico balistico” di Teheran. Ma l'accordo sul nucleare, nel giudizio di Londra e Berlino, funziona e non va messo in discussione, come già chiarito in una dichiarazione a tre sottoscritta anche dal presidente francese, Emmanuel Macron.

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