Golpe in Turchia, attentarono alla vita di Erdogan: 40 ergastoli

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (Getty Images)
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Decine di membri apicali dell'esercito dovranno scontare il carcere a vita per aver tentato l'assassinio del leader turco

È giunto a sentenza il primo processo di alto profilo a carico degli uomini che tentarono l'assassinio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, durante il colpo di stato avvenuto nel luglio 2016. Il tribunale di Mugla, nella Turchia sud occidentale, ha emesso 40 condanne all'ergasotolo, più altre due condanne inferiori.

I condannati

Coinvolti nel processo sono stati soprattutto alcuni uomini di spicco dell'esercito, fra alti ufficiali e membri delle forze speciali, accusati di aver attentato alla vita del presidente mentre si trovava in vacanza con la sua famiglia presso un hotel di lusso a Marmaris, nella Turchia sudoccidentale. L'operazione si sarebbe svolta compiendo un raid con l'ausilio di un elicottero. Erdogan, avvertito del pericolo, riuscì a sfuggire all'attacco, raggiungendo la sua casa a Istanbul più o meno nello stesso momento in cui i cospiratori raggiunsero il resort in cui si trovava prima. Nel corso dell'irruzione, persero la vita due agenti di polizia. Una volta al sicuro, il presidente raccolse il sostegno della maggioranza della popolazione, che si riversò nelle strade, facendo naufragare il tentato golpe militare. Fra gli imputati del processo c'è anche il presunto organizzatore del colpo di stato, Fethullah Gülen, autoesiliatosi in Pennsylvania. Il leader, per il quale non è stata ancora emessa sentenza, è processato in contumacia, mentre agli Stati Uniti è stata richiesta da tempo la sua estradizione.

Le sentenze

Agli organizzatori del tentato omicidio sono state inflitte le pene più severe previste dall'ordinamento turco, ovvero il carcere a vita. Sono stati condannati all'ergastolo, in particolare, il generale Gokhan Sonmezates, ritenuto la mente dell'attacco a Erdogan, il maggiore delle Forze Speciali Sukru Seymen, comandante dell'operazione, e il sottoufficiale Zekeriya Kuzu che fu ritrovato nascosto in una caverna alcuni giorni dopo il golpe. Un ex assistente militare di Erdogan, inoltre, è stato condannato a 18 anni, mentre un ultimo ufficiale dovrà scontare 15 anni. Fra gli imputati, solo uno è stato assolto. La pena di morte è stata abolita nel Paese dal 2002 per facilitare l'armonizzazione giuridica necessaria all'ingresso nell'Unione Europea. In seguito al golpe, a causa del quale morirono 249 persone, il governo di Ankara ha evocato la possibilità reintrodurla nel suo codice giudiziario.

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