Referendum Catalogna, proteste proseguono. Madrid manda Guardia Civil

Mondo

Perquisizioni e arresti a pochi giorni dalla consultazione. Continua la mobilitazione di migliaia di persone in piazza

Proseguono le proteste per le strade di Barcellona dopo la maxioperazione delle autorità spagnole contro il referendum sull'indipendenza catalana. Un sit in si è svolto di fronte al palazzo di Giustizia della Catalogna per chiedere che siano scarcerati gli esponenti catalani arrestati il 20 settembre. Secondo quanto riferiscono i media locali, un corteo di studenti ha occupato la carrettera Diagonal, strada nevralgica della città, all'altezza del palazzo Reale. Nel corso della giornata, riferisce la stampa spagnola, ci sono stati momenti di tensione tra la polizia e i manifestanti, ma la situazione rimane generalmente tranquilla.

Notte di tensione

E' stata una notte di tensione quella a Barcellona, dopo l'arresto dei 14 esponenti del governo catalano e il sequestro di milioni di schede elettorali del referendum sull'autonomia. Migliaia di persone hanno protestato per le strade e una folla ha assediato per ore nella sede del ministero catalano per l'Economia gli agenti della Guardia Civil inviati per una perquisizione degli uffici. Secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo 'El Pais', sono stati i Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, a 'salvare' i colleghi della polizia nazionale, formando un cordone che ha permesso a molti di loro di lasciare in sicurezza l'edificio governativo.

Tensione a Bacellona

"Era l'unica risposta possibile", ha spiegato in parlamento il premier spagnolo Mariano Rajoy, che ha dichiarato il referendum "illegale" e promesso di impedirlo, perché davanti alla sfida dell'indipendenza catalana "lo Stato deve reagire". "Tolga le sue sporche mani dalla Catalogna", gli ha gridato in aula un furibondo leader dei repubblicani catalani, Gabriel Rufian. Durissima la reazione di Puigdemont al blitz. Dopo una riunione straordinaria del governo, ha denunciato "l'atteggiamento totalitario" dello Stato spagnolo: "Ha superato la linea rossa, la libertà è sospesa", ha tuonato, denunciando "una situazione inaccettabile in democrazia". Puigdemont ha annunciato che il referendum rimane convocato "in difesa della democrazia di fronte a un regime repressivo e intimidatorio". Ma le ultime mosse di Madrid rendono sempre più difficile organizzare il voto.

Mondo: I più letti