Harvey, almeno 37 morti. Esplosioni in un impianto chimico a Houston

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A causa delle forti piogge il sistema di refrigerazione dei composti chimici ha smesso di funzionare e alcuni di questi sono fuoriusciti: gli abitanti nel raggio di 2,4 km sono stati evacuati. L'azienda: "Non sono tossici". Intanto la tempesta si sposta verso Est

Continua a salire il numero delle vittime della tempesta tropicale Harvey che, dopo aver colpito il Texas, si sta dirigendo a est, verso la Louisiana. Secondo la Cnn, i morti nella Stato di Houston sarebbero 37 e le autorità della contea di Harris hanno comunicato che sono necessarie autopsie su altre 8 persone per verificare se la loro morte sia collegata alla perturbazione. Vicino a Houston si sono verificate alcune esplosioni in un impianto chimico colpito dagli allagamenti dal quale sono anche fuoriuscite alcune sostanze.

Esplosioni e fuoriuscita di sostanze da un impianto chimico

Intanto due esplosioni si sono verificate nell'impianto chimico della Arkema nella cittadina di Crosby, alle porte di Houston, dove colonne di fumo nero si sono disperse nell’aria e alcune sostanze sono fuoriuscite causando il ricovero in ospedale di un poliziotto che ne ha inalato i vapori. Altre 9 persone si sono presentate spontaneamente all'ospedale per accertamenti e intanto la Arkema ha assicurato che le sostanze non sono "tossiche". Da chiarire le cause della fuoriuscita che, secondo lo sceriffo della Contea di Harris, Ed Gonzales, non sarebbe stata causata dalle esplosioni riportate in precedenza. Ma l’azienda in una nota ha comunicato che comunque c’è il rischio di altre esplosioni: "Vogliamo che i residenti locali siano consapevoli del fatto che i prodotti sono stoccati in più luoghi del sito e che c'è ancora il rischio di altre esplosioni". Gli abitanti in un raggio di 2,4 km dall'impianto sono già stati evacuati. Il timore di un evento di questo tipo era già stato annunciato questa mattina, riportato dalla Bbc, a causa dell’acqua che aveva fatto saltare gli impianti di refrigerazione di sostanze chimiche che possono diventare pericolose sopra una certa temperatura. “Non potevamo prevenirlo”, aveva detto l’amministratore delegato Richard Rowe, che aveva aggiunto che il fumo sarebbe avrebbe provocato fastidi per la pelle, gli occhi e i polmoni.

Chiuso un terzo delle raffinerie Usa

Ma i danni provocati da Harvey stanno andando ben al di là del Texas, a causa dei danni provocati alle infrastrutture energetiche statunitensi. Il prezzo dei carburanti è aumentato ai livelli massimi da due anni, costringendo Washington a intervenire per evitare carenze di benzina. Secondo il 'Financial Times' a quasi una settimana dal suo arrivo in Texas, Harvey ha provocato la chiusura di quasi un terzo delle raffinerie americane - la maggior parte delle quali sono situate nella costa statunitense del Golfo del Messico - mentre gli impianti petroliferi ancora attivi nella regione fanno fatica a importare greggio per i danni alle infrastrutture dei porti.

Brezzo della benzina alle stelle

Il prezzo della benzina si è impennato dopo la chiusura della Colonial Pipeline, l'oleodotto che porta il carburante dal Golfo alla costa Est degli Stati Uniti, provocando una drastica riduzione del flusso di carburante ad alcune delle maggiori città americane. Oggi la società che gestisce Colonial ha detto di sperare di poter fare consegne "intermittenti" da alcune zone del lago Charles in Lousiana ma è improbabile avere la piena operativita' prima di sabato. Oggi intanto i prezzi della benzina sono saliti del 15%, ai massimi da due anni, a 2,17 dollari al gallone, più di un terzo rispetto ai livelli precedenti alla tempesta. 

La donazione dal Venezuela

Intanto dal Venezuela arriva la notizia di una donazione di 5mila dollari a favore del Texas. Lo ha reso noto il ministro degli esteri Jorge Arreaza, precisando che la misura "è stata ordinata dal presidente Nicolas Maduro. Caracas è pronta con quanto sia necessario, tra l'altro forniture, personale per i soccorsi, medici comunitari. Si tratta di un'espressione di solidarietà nei confronti del popolo statunitense, al di là delle nostre differenze politiche". Ma le critiche sono subito arrivate nella persona di da Henrique Capriles, uno dei leader dell'opposizione anti-chavista, secondo cui quella di Maduro è "una beffa, solo politica di bassa lega".

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