Mosca, Navalny condannato a 15 giorni di carcere. Critiche Usa

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Il selfie twittato da Alexei Navalny

Stati Uniti e Unione europea condannano gli arresti di centinaia di manifestanti scesi in piazza contro la corruzione, tra cui il leader dell’opposizione. Il blogger anti-Putin dovrà anche pagare un'ammenda di 20mila rubli (circa  330 euro). "Un giorno, saremo noi a giudicare loro" twitta dal Tribunale. Il Cremlino: "Il corteo era una provocazione"

Dopo i circa 500 fermi durante il corteo anti-corruzione a Mosca e l’arresto del blogger anti-Putin Alexei Navalny, arriva la condanna degli Stati Uniti per “gli arresti di centinaia di manifestanti pacifici”. La dichiarazione è stata rilanciata dal Dipartimento di Stato, il cui segretario Rex Tillerson volerà nella capitale russa a breve, anche per preparare un eventuale incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump. Il tribunale Tverskoi di Mosca, intanto, ha inflitto a Navalny una multa di 20mila rubli (circa 325 euro) per aver organizzato un'iniziativa non autorizzata. L'oppositore russo è stato condannato anche a 15 giorni di carcere per resistenza durante l'arresto.

La nota del Dipartimento - Ad esprimere la posizione degli Usa è, in una nota, Mark Toner, portavoce del Dipartimento di Stato, che chiede la liberazione immediata degli arrestati sostenendo che “fermare dei manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell'uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali”.

Tra un anno le elezioni - Ma non sono solo gli episodi di ieri a preoccupare gli Stati Uniti, allarmati anche dall’arresto di Alexei Navalny a un anno dalle elezioni presidenziali russe, alle quali il blogger ha annunciato di voler partecipare. Nella nota si legge che da oltreoceano intendono “seguire la situazione”. “I russi, come tutti, meritano di avere un governo che sostiene la libertà di pensiero, la trasparenza e un governo trasparente e responsabile, una uguaglianza di trattamento davanti alla legge e la possibilità di esercitare i loro diritti senza temere rappresaglie”.

Il tweet di Navalny - Navalny è comparso questa mattina in tribunale, dopo aver trascorso la notte in carcere. Il blogger ha twittato un selfie dagli uffici della Corte in cui scrive: "Verrà il giorno in cui noi giudicheremo loro, ma quel giorno lo faremo in maniera onesta".

 

Ue: "Rilasciare i manifestanti" - Anche l'Unione Europea ha chiesto alla Russia di rilasciare "senza indugio" i manifestanti "pacifici" arrestati domenica. "Le operazioni di polizia nella Federazione Russa, che hanno tentato di disperdere i manifestanti e hanno arrestato centinaia di cittadini, tra i quali il leader dell'opposizione, Alexei Navalny, hanno impedito di esercitare le loro libertà fondamentali, tra i quali la libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, che sono iscritte nella Costituzione russa", ha fatto notare un portavoce Ue in un comunicato.

 

Cremlino: “Menzogne e minorenni pagati” - La risposta del Cremlino è rapida e accusa gli organizzatori delle manifestazioni di ieri in Russia di "provocazioni", rimarcando che le accuse del governo si basano "su dei fatti". "Quello che abbiamo visto ieri in diversi posti, ma soprattutto a Mosca - ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti - è una provocazione e una menzogna perché coloro che in modo molto raffinato e con un linguaggio aulico hanno spiegato che l'azione era autorizzata e che non violava in alcun modo la legge dicevano un'assoluta bugia". Inoltre, secondo Peskov, molti minorenni scesi in piazza ieri sono stati pagati: "Abbiamo delle informazioni riguardo al fatto che dei minorenni hanno partecipato alle manifestazioni di Mosca dietro la promessa di ricompense finanziarie".

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