“I am an immigrant”, le star delle passerelle contro Trump. VIDEO

Mondo

Floriana Ferrando

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Il presidente Usa è pronto a presentare un nuovo bando contro i migranti. Così alcune icone della moda internazionale hanno prestato il loro volto per realizzare un video a sostegno degli stranieri in America. Più di 180 mila click in meno di una settimana

 

Ottantuno volti noti della moda e un video di poco più di un minuto per manifestare il proprio dissenso contro la politica sull'immigrazione del presidente Usa Donald Trump. Il tycoon è infatti pronto a presentare un nuovo ordine esecutivo sul divieto di ingresso negli Usa, dopo la sospensione del bando anti-Islam da parte della Corte d'Appello di San Francisco. Parte da qui l’iniziativa della rivista americana di moda W Magazine e del suo style director Edward Enninful, originario del Ghana, che ha pensato di coinvolgere alcune personalità del settore a sostegno degli immigrati. D’altronde, come mostra il video che ha ottenuto più di 180 mila visualizzazioni in meno di una settimana dalla pubblicazione online, anche molti stilisti, modelli, designer sono stranieri in terra americana.


I am an immigrant – L’occasione ideale per riunire ai Milk Studios nel quartiere di Chelsea stylist, designer, fotografi, modelli di fama mondiale? La New York Fashion Week che si è appena conclusa. Così ecco la brasiliana Adriana Lima, la canadese Winnie Harlow (prima a sfilare con la vitiligine) e molti altri piazzarsi davanti alla videocamera per presentarsi al mondo intero come dei semplici immigrati pronunciando la formula “I am an immigrant”, che dà anche il titolo all’iniziativa. Lo scopo? Non solo mostrare un mondo della moda impegnato e attento alle questioni sociali e politiche, ma soprattutto far notare come gli Stati Uniti non godrebbero di alcune eccellenze se non ci fossero gli stranieri. “La gente come me pensava che l'America fosse il posto migliore dove essere creativi e liberi di creare, dove avere la libertà di essere chi sei - spiega Enninful - Ho pensato: ‘Facciamo qualcosa che dimostri che veniamo tutti da qualche altra parte’, sia che si tratti di immigrati o discendenti di immigrati”. E, stringendo a sé la direttrice creativa di Vogue America Grace Coddington, britannica, continua: “È venuta qui davanti a tutti noi per dire che è un’immigrata. Ha fatto molto per la moda americana, senza di lei molti di noi non sarebbero qui”.



81 no alla politica anti-immigrazione – L’iniziativa si propone come un mashup di tratti somatici, colori della pelle e lingue straniere: ci sono top model come le francesi Cindy Bruna, Aymeline Valade e Caroline de Maigret, la polacca Anja Rubik e Maria Borges dall’Angola. Fotografi di moda come l’inglese Craig McDean (che si dichiara “orgoglioso di essere di Manchester, nel Regno Unito”), il napoletano Mario Sorrenti, Emma Summerton dall’Australia e il duo di Amsterdam Inez Van Lamsweerde e Vinoodh Matadin; non mancano, poi, fashion designer del calibro del francese Joseph Altuzarra. Al minuto 0,10 compare Jaharrah Ali, nata a Brooklyn da genitori pakistani: “Essere una modella islamica – spiega - significa fare i conti con la possibilità che le persone possano essere xenofobe. Per me dire: ‘Il mio nome è Jaharrah Ali e sono un’immigrata’ significa dire che tutto quello che ho fatto nei miei 28 anni di vita è stato importante”. Il finale del video è affidato a Diane von Furstenberg, stilista belga convinta sostenitrice di Hillary Clinton durante la scorsa campagna presidenziale: “Sono un’immigrata e l’America è stata buona con me”, dice.

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