#JeSuisCharlie, tra solidarietà e tentativi di speculazione

Mondo

Nicola Bruno

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Resta molto popolare lo slogan lanciato dal grafico francese Joachim Roncin dopo la strage nel giornale satirico. Ma accanto a vignette, app e canzoni su YouTube, c’è chi ha provato (senza successo, per ora) a registrare il “marchio”. VIDEO - FOTO

Il tutto esaurito nelle edicole. Il boom di citazioni su Twitter e Facebook. Ma anche decine di omaggi musicali condivisi su YouTube. E, soprattutto, l’arrivo di una serie di gadget di ogni tipo disponibili nei negozi online con la scritta Je Suis Charlie. In tutto ciò non poteva mancare chi ha provato a speculare sul fenomeno e trasformarlo in una macchina da soldi chiedendo (senza successo, per ora) la registrazione del marchio alle autorità francesi.

Com’è nato “Je Suis Charlie” - L’ideatore dell’immagine virale con la scritta Je Suis Charlie si chiama Joachim Roncin ed è un grafico che lavora nella redazione di Stylist, magazine di moda francese. Come ha raccontato alla Bbc, Roncin ha realizzato lo slogan e la grafica in pochi minuti (riprendendo il font di Charlie Hebdo), subito dopo la notizia degli attentati nella redazione: “Non intendevo affatto creare un fenomeno virale. Ma moltissime persone hanno iniziato a mandarmi messaggi di congratulazioni. Il che è strano considerato che la situazione era orribile… Ma poi ho capito mi stavano ringraziando per il significato dello slogan. Ed è proprio questo che significa Je Suis Charlie: sono libero, non ho nessuna paura”.

Richiesta di registrazione del “marchio” - Roncin ha poi spiegato che l’unica organizzazione autorizzata a utilizzare la sua immagine è Reporters Senza Frontiere, associazione che lotta per la libertà di espressione. Ma, come riportano i media francesi, nel frattempo in tanti hanno provato a speculare sulla popolarità dell’immagine cercando di registrare il “marchio” presso l’autorità competente, l’Institut national de la propriété industriell. Sono più di 50 le richieste ricevute, con tanto di dettagli sull’utilizzo del logo (come quello che si può vedere nel tweet sotto). Alla fine l’Inpi ha deciso di non concedere a nessuno l’autorizzazione perché “Je Suis Charlie non può essere considerato un marchio”.


Tentativi simili sono stati fatti anche all’estero, motivo per cui Joachim Roncin si sta consultando con i legali per capire come tenere la sua opera lontano da qualsiasi operazione di marketing: “Voglio che questo messaggio resti puro”.

Marketing online
- Anche senza il trademark, comunque, già diversi rivenditori online hanno iniziato a produrre gadget di ogni tipo con il “logo” Je Suis Charlie. Basta digitare queste parole su eBay per trovare t-shirt, poster, adesivi, magneti, matite, penne, portachiavi e via dicendo. Un fenomeno, questo, preso di mira anche da una vignetta presente nell’ultimo numero di Charlie Hebdo.


Hashtag e app - Gli ultimi dati ufficiali di Twitter France parlano di oltre 6,6 milioni di tweet con l’hashtag #JeSuisCharlie. E il fenomeno non si ferma solo a questa etichetta, dal momento che nell’ultima settimana si molto diffusi tanti altri hashtag simili: da Je Suis Policier a Je Suis Juif, passando per Je Suis Ahmed e Je Ne Suis Pas Charlie, come ben dimostra questa infografica del quotidiano Liberation.


Nel frattempo sta avendo molto successo anche l’app che permette agli utenti di tutto il mondo di manifestare virtualmente il proprio “Je Suis Charlie” e visualizzarlo su una mappa. Come raccontano diverse testate statunitensi, l’applicazione è stata creata da una piccola startup ed è stata approvata da Tim Cook in persona, per velocizzare le tempistiche di pubblicazione (solitamente molto lente di Apple).


Le canzoni “impegnate” su YouTube - Oltre al successo dell’hashtag sui social media, Je Suis Charlie è diventato un tormentone virale anche su YouTube e altri portali di videosharing, grazie a una serie di canzoni create all’istante da cantautori francesi più o meno noti. Una delle più popolari è quella di JB Bullet, il cui titolo è proprio #JeSuisCharlie. E’ stata visualizzata quasi 3 milioni di volte in 6 giorni.



Milioni di visualizzazioni anche per la traccia scritta al volo da Grand Corps Malade, noto poeta e compositore specializzato nello slam.



Ma come segnala Bfmtv, sono davvero tante le canzoni ispirate dai tragici eventi della scorsa settimana.

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