Gerusalemme, attacco alla sinagoga: è strage

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Quattro rabbini e un poliziotto sono stati uccisi da due terroristi che hanno fatto irruzione armati. Attentatori uccisi dalla polizia. Diversi i feriti. Tra le vittime anche cittadini Usa. Hamas festeggia. Netanyahu: "Reagiremo duramente". FOTO - VIDEO

Il terrore è tornato ancora una volta a Gerusalemme. Alle 7.01 di martedì 18 novembre due palestinesi hanno fatto irruzione armi alla mano in una sinagoga di Har Nof, un quartiere ortodosso della città. Sette minuti dopo, alle 7.08, quattro rabbini, raccolti in preghiera e avvolti dal manto rituale, giacevano a terra uccisi a colpi di pistole e mannaie. Accanto a loro sette feriti, di cui uno (un agente di polizia) è poi deceduto in ospedale. I due palestinesi, arrivati dal quartiere di Jabel Mukaber a Gerusalemme est, sono stati uccisi poco dopo dalla polizia. (FOTO).

Netanyahu: "Gerusalemme è sotto attacco" - L'attentato ha fatto ripiombare Israele nell'incubo: il premier Benyamin Netanyahu ha promesso "una dura risposta" ed ha accusato il presidente palestinese Abu Mazen e Hamas di essere responsabili dell'attacco, "conseguenza diretta del loro incitamento. Un incitamento - ha tuonato - che la comunità internazionale ha irresponsabilmente ignorato". Nella riunione d'emergenza convocata subito dopo l'attentato ha ordinato la distruzione delle case dei due palestinesi. "Gerusalemme - ha incalzato in un discorso alla nazione - è sotto attacco".

Abu Mazen condanna, ma Hamas festeggia - Da Ramallah il leader palestinese ha tuttavia risposto condannando "l'uccisione dei fedeli ebrei a Gerusalemme e di altri civili ovunque essi siano". Da Gaza invece Hamas si è felicitato: secondo il portavoce Mushir al-Masri, "si è trattato di una vendetta eroica e rapida per l'esecuzione di Yusuf al-Rumani", un conducente di autobus palestinese trovato morto lunedì a Gerusalemme e che la famiglia ritiene sia stato ucciso da ultrà ebrei mentre l'autopsia - secondo la polizia - ha confermato il suicidio. Il portavoce militare israeliano ha diffuso immagini di dolciumi distribuiti nelle strade di Gaza per festeggiare l'attentato. Secondo Radio Gerusalemme e la radio militare israeliana, l'attacco è stato rivendicato dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina, di ispirazione marxista.

Sale la tensione, ma i servizi avvertono: Abu Mazen non fomenta l'odio
- L'attentato - dei 4 rabbini uccisi, uno aveva anche la cittadinanza britannica e tre quella americana, e per questo l'Fbi ha fatto sapere che collaborerà con le autorità israeliane alle indagini - è stato condannato dall'intera comunità internazionale. Il presidente Usa Barack Obama è intervenuto con fermezza: "Non c'è giustificazione - ha detto - per questi attacchi sui civili". Poi ha invitato israeliani e palestinesi "a cercare la pace". Ma sono in molti gli analisti a temere che la situazione sia ormai sull'orlo del precipizio a causa anche della tensione accumulatasi riguardo la Spianata delle Moschee. Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha ammonito che gli attentati degli ultimi tempi (tra questi auto lanciate da palestinesi contro le persone ferme alle stazioni del tram a Gerusalemme) sono "una campagna deliberata e non una serie accidentale di eventi". Di diverso avviso invece - e in contrasto con il premier Netanyahu - il capo dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno di Israele) Yoram Cohen, secondo cui Abu Mazen "non fomenta nemmeno sotto banco il terrorismo", pur se alcuni interventi del leader palestinese, ha aggiunto, sono visti talvolta dalla popolazione come un'istigazione alla violenza.

Istituiti posti di blocco in città - Di fondo però - e su questo concordano in molti - l'aspetto più preoccupante ed allarmante è la "dimensione religiosa" che sembra stia assumendo il conflitto. Fatto sta che la tensione non accenna a diminuire: sono segnalati vari incidenti, sia a Gerusalemme che in Cisgiordania. I primi sono scoppiati quando la polizia israeliana si è recata nelle abitazioni dei due autori del massacro, i cugini Uday e Rassan Abu Jamal, a Jabel Mukaber. I due - secondo vari media - sarebbero congiunti di Jamal Abu Jamal, un palestinese condannato a suo tempo a 20 anni di carcere per aver versato sangue israeliano. A fronte di una realtà in ebollizione, per ora - in mancanza di un intervento diplomatico che oggi appare lontanissimo - a prevalere è la risposta di sicurezza: il ministro Itzhak Aronovitch ha blindato Gerusalemme, dove sono stati istituiti posti di blocco, ed ha ordinato che i funerali dei due palestinesi non si svolgano in città.

Le tappe dell'Intifada e le divisioni di Gerusalemme:


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