Iraq, l'Isis proclama la rinascita del califfato islamico

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Le forze di sicurezza del Kurdistan iracheno, i peshmerga, hanno preso le armi contro i jihadisti dell'Isis

Gli jihadisti controllano la zona che si entende dal Nord della Siria all'Est dello Stato iracheno. Lo sceicco Abu Bakr al-Baghdadi designato "capo dei musulmani" in tutto il mondo. A Baghdad arrivano i caccia russi. VIDEO

Gli jihadisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) hanno proclamato la rinascita del califfato: regime politico sparito da circa un secolo.
Il controllo dei miliziani copre i territori che si estendono tra Aleppo, nel Nord della Siria, e il governatorato di Diyala, nella zona orientale dell'Iraq. Nelle loro mani città come Mossul, Tikrit e Falluya, a soli 60 km da Baghdad. L’annuncio è stato dato dai miliziani in un video dal titolo emblematico "rompere i confini", postato su Internet, insieme alla designazione dello sceicco Abu Bakr al-Baghdadi, il "capo dei musulmani" nel mondo.
Nel filmato appare per la prima volta il portavoce del gruppo, Abu Mohammed al Adnani, il quale mostra come i miliziani del gruppo attraversino liberamente la frontiera tra Siria e Iraq, abolendo così il confine esistente tra i due Paesi. "Al-Baghdadi ha accettato la designazione con un giuramento di fedeltà ed è così diventato califfo dei musulmani dovunque (nel mondo)", ha spiegato Adnani.
Il portavoce ha anche aggiunto che le parole "Iraq" e "Levante" vengono tolte nella sigla Isis il cui nome ufficiale diventa quindi "Stato islamico". Il califfato, ha concluso, è "il sogno di tutti i musulmani" e "l'aspirazione di tutti i jihadisti" (TUTTI I VIDEO).

Le regole del califfato - Nel video, tradotto in una decina di lingue, gli estremisti islamici si richiamano all'applicazione della shari'a, quindi al Corano e alla Sunna (da cui il termine sunniti). I ragazzi e le ragazze a scuola devono essere separate, le donne devono indossare il niqab in pubblico, i tribunali islamici devono fare giustizia, anche in modo brutale, la musica è bandita.

Aerei russi a Baghdad -
Intanto, il ministero della Difesa iracheno ha annunciato di aver ricevuto i primi cinque aerei da caccia russi Sukhoi per aiutare il Paese nella contro-offensiva agli insorti sunniti e ai loro alleati qaedisti. L'annuncio è giunto mentre le forze governative, sostenute dall'aviazione, hanno lanciato un assalto per riprendersi la città di Tikrit. Da Baghdad assicurano che i primi cinque velivoli russi - altri sette sono in arrivo - "saranno operativi nei prossimi tre o quattro giorni" e "svolgeranno un ruolo importante nella lotta al terrorismo".

La preoccupazione del Papa - Una situazione, quella irachena, che preoccupa anche il Papa. Dopo l'Angelus di domenica 29 giugno al quale hanno partecipato oltre 80mila fedeli, Papa Francesco ha parlato della situazione in Iraq. "Le notizie che giungono dall'Iraq sono purtroppo molto dolorose", ha detto affermando di volersi unire ai vescovi del Paese "nel fare appello ai governanti perché, attraverso il dialogo, si possa preservare l'unità nazionale ed evitare la guerra", ha detto. "Sono vicino alle migliaia di famiglie, specialmente cristiane, che hanno dovuto lasciare le loro case e che sono in grave pericolo”.

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