Addio a Gabriel García Márquez, vinse il Nobel nel 1982

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Lo scrittore e giornalista colombiano si è spento a 87 anni nella sua casa di Città del Messico. Fino a pochi giorni fa era ricoverato in ospedale per l’aggravarsi di una polmonite. “Cent’anni di solitudine” tra i suoi romanzi più famosi

Si è spento a 87 anni, nella sua casa di Città del Messico, lo scrittore e giornalista colombiano Gabriel García Márquez (la notizia sui siti di tutto il mondo e sui social network, ndr). Accanto a lui c'erano la moglie e i due figli. Lo scorso 3 aprile "Gabo" era stato ricoverato in ospedale per l'aggravarsi di una polmonite e di un'infezione delle vie urinarie. Otto giorni dopo era stato dimesso. Ad annunciare la notizia della morte è stata la stampa messicana, seguita da quella spagnola. La conferma è arrivata anche dal presidente della Colombia, Juan Manuel Santos. Marquez sarà cremato, tre giorni di lutto in Colombia - Santos ha annunciato tre giorni di lutto nazionale nel paese. I resti dello scrittore saranno cremati nel corso di in una cerimonia privata e l'unica commemorazione pubblica si terrà lunedì 21 aprile prossimo al Palazzo delle Belle Arti del Messico, un grande edificio di marmo nel centro storico di Città del  Messico, spesso utilizzato come palcoscenico per l'addio definitivo a grandi figure della cultura.

Il premio Nobel nel 1982 - Gabriel García Márquez, soprannominato "Gabo", era nato ad Aracataca il 6 marzo 1927. Ha vinto il premio Nobel per la Letteratura nel 1982 (leggi le citazioni tratte dai suoi libri, ndr). Tra i suoi romanzi più famosi c'è “Cent’anni di solitudine”. Nella memoria di chi ha amato lo scrittore risuonerà sempre l’incipit del libro, uno dei più celebri della storia della letteratura: quello in cui il colonnello Aureliano Buendia viene portato dal padre a conoscere il ghiaccio. Tra le altre sue opere c’è "Cien anos de soledad" (1967), manifesto del “realismo magico”, "Cronaca di una morte annunciata" (1982), "L'amore ai tempi del colera" (1985), "Il generale nel suo labirinto" (1989), "Dell'amore e altri demoni" (1994).

Giornalista attento, poetico e duro - Ma prima di diventare l'autore-simbolo di un'intera generazione, di un continente e di una lingua, il Nobel colombiano è stato per anni un grande giornalista, un "periodista" attento, poetico e duro, dei più drammatici avvenimenti che avevano mutato la mappa di mezzo mondo: dalle rivoluzioni di Cuba e del Portogallo alla tragedia cilena, al Che, ai cubani in Angola, ai montoneros, ai dittatori centroamericani, alla Spagna postfranchista di Felipe Gonzales.

La vita dell'autore di "Cent'anni di solitudine"

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