La Crimea dice sì alla Russia. Usa e Ue: referendum illegale

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(Getty)

Nessuna sorpresa dal voto nella penisola sul Mar Nero: il 96,7% si è espresso a favore dell’annessione a Mosca. La comunità internazionale insorge e annuncia sanzioni. Ma Putin sfida tutti: rispetteremo l’esito della consultazione. VIDEO - FOTO

Vladimir Putin sfida il mondo e “conquista” la Crimea, dove oltre un milione di filorussi (le FOTO ai seggi) ha detto "sì" all'adesione alla Russia con percentuali che, secondo i primi dati ufficiali, si attestano al 96,7%. "Siamo tornati a casa", "Russia ti amo", gridano in centinaia a piazza Nahimov a Sebastopoli dove, in un tripudio di bandiere russe e sulle note dell'inno di Mosca, la festa è scattata mentre ancora si contavano le schede (tutti i VIDEO). Ma d'altra parte non si aspettavano sorprese: il "sì" è a valanga come anche l'affluenza, alta anche nei villaggi tatari, nonostante il boicottaggio annunciato da alcune organizzazioni della minoranza etnica.
Il primo ministro separatista Serghiei Aksionov si affretta a spiegare che lunedì la Crimea chiederà ufficialmente la sua annessione alla Russia. "Il parlamento della Crimea si riunirà lunediì in sessione straordinaria per approvare una candidatura ufficiale all'integrazione nella Federazione russa", ha scritto Aksionov su Twitter.

Tensione tra Russia, Usa e Ue - E mentre gli Stati Uniti di Barack Obama e l'Europa tuonano contro il Cremlino bollando come "illegale e illegittimo" il referendum e annunciando sanzioni già per lunedì, Putin è diventato un'icona in Crimea. A seggi ancora aperti, il presidente russo ha dato la sua benedizione: Mosca accetterà l'esito della consultazione, in parole povere si tratta di un “benvenuti” in Russia.
Ma da Washington, Bruxelles e da tutte la cancellerie europee partono bordate contro le mosse "pericolose e destabilizzanti" del Cremlino, con la Casa Bianca che esorta la comunità internazionale a intraprendere "passi concreti per imporre dei costi" all'orso russo. L'accusa a Putin è di aver scelto una strada che lo porterà all'isolamento.


La telefonata di Putin con Merkel e Obama
- Il presidente ha conversato con la cancelliera Angela Merkel, con la quale è in piedi una trattativa per dare luce verde a una missione "su vasta scala" degli osservatori Osce, che per più giorni sono stati bloccati alla frontiera settentrionale della Crimea. Merkel, nella telefonata con Putin, ha condannato la presenza delle truppe russe nell'area di Kherson, ultima città ucraina prima del cancello di ingresso in Crimea. Così come il segretario di Stato Usa John Kerry, al telefono con l'omologo russo Sergei Lavrov, ha detto basta alle "continue provocazioni" militari russe nell'est ucraino e in alcune zone contigue alla Crimea.
Nella serata di domenica c'è stata anche una telefonata tra Putin e Obama, che diversi osservatori riportano come molto tesa. I presidenti americani e russo hanno convenuto di cercare insieme di stabilizzare la situazione in Ucraina, secondo quanto reso noto da un comunicato del Cremlino. Putin, aggiunge la nota, ha detto a Obama che una missione dell'Osce dovrebbe coprire l'intera Ucraina.

Tregua tra Kiev e Mosca - Kiev, che rischia di perdere un pezzo di patria, ha annunciato per bocca del ministro della Difesa Igor Teniukh una "tregua" in Crimea con Mosca fino al 21 marzo, giorno del primo esame della Duma russa della legge per l'annessione di terre straniere e della firma della parte politica dell'accordo di associazione tra l'Ucraina e la Ue. Fino ad allora, non saranno bloccate le unità militari ucraine nella Penisola e "nessuna misura sarà presa contro le nostre infrastrutture e i nostri siti militari" da parte degli oltre 22mila soldati russi presenti.
E tuttavia nella serata di domenica è arriva la notizia di soldati e mezzi blindati ucraini diretti verso i confini con il gigante russo, con tutta probabilità nelle regioni sull'orlo della guerra civile, come Donetsk e Kharkov (come si scrive in russo). Per ora si tratta solo di notizie trapelate sui media di Kiev, che non hanno trovato conferme ufficiali. Se fosse vero, il rischio che i russi decidano loro di attraversare il confine per primi sarebbe molto concreto.

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