Addio Nelson Mandela, simbolo della lotta anti-apartheid

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L'ex presidente sudafricano si è spento a 95 anni. A dare la notizia, in un discorso in tv, Jacob Zuma. "Il mondo intero - ha detto - gli sarà grato per sempre". Proclamato il lutto nazionale. I funerali il 15 dicembre a Qunu. LO SPECIALE - AGGIORNAMENTI

La cronaca della giornata

Un uomo per il quale "il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre". Con queste parole, il 5 dicembre alle 22.50 circa, il presidente sudafricano Jacob Zuma ha annunciato in un commosso discorso televisivo alla nazione la scomparsa del suo predecessore Nelson Mandela. (LO SPECIALE - FOTO - VIDEO - STORIFY - LE FRASI).
L'eroe della lotta contro l'apartheid è morto a 95 anni a Johannesburg nella sua casa dopo una lunga malattia. Ventisette anni in carcere, premio Nobel per la pace nel 1993, eletto presidente del Sudafrica nelle prime elezioni multirazziale nel 1994, Mandela ha fatto della riconciliazione il filo rosso della sua vita (VIDEO). Zuma ha disposto il lutto nazionale. Mandela "avrà funerali di Stato" il 15 dicembre a Qunu, le bandiere saranno a mezz'asta in tutto il Paese fino al giorno delle esequie.
"Adesso riposa, adesso è in pace - ha detto Zuma - la nostra nazione ha perso un grande figlio". "Voglio ricordare con semplici parole - ha proseguito il presidente - la sua umiltà, la sua grande umanità per la quale il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre".
Alla notizia della morte, la presidenza degli Usa ha voluto ricordare Mandela.

I primi passi nell'African National Congress - Nato il 18 luglio 1918 a Mvezo, villaggio del Transkei (sud-est) da una famiglia di sangue reale di etnia Xhosa Mandela, dopo la scuola metodista si iscrive all'Università di Fort Hare per poi trasferirsi a Johannesburg, dove studia legge all'Università del Witwatersrand e frequenta militanti e dirigenti dell'African National Congress (Anc), il primo partito fondato nel 1912 dai neri in Sudafrica. Nel 1944 partecipa alla fondazione della Lega della Gioventù dell'Anc. Lo stesso anno sposa Evelyn Mase, da cui divorzierà nel 1957. La vittoria del razzista Fronte nazionale nelle elezioni del 1948 radicalizza le sue posizioni. Nel 1952 apre uno studio legale insieme a Oliver Tambo nel centro di Johannesburg: il primo gestito da neri in Sudafrica.

Gli anni del carcere -  Insieme ad altri 150, nel dicembre 1956 viene arrestato e accusato di tradimento in un processo che si concluderà nel 1961 con un'assoluzione generale. Nel 1957 conosce Winnie Madikizela, che sposa l'anno successivo. Nel 1961 fonda il braccio armato dell'Anc, l'MK (Umkhonto we Sizwe, 'Lancia della Nazione'), dedito ad azioni di sabotaggio, piani di guerriglia, addestramento paramilitare (la fotostoria).
Nel 1962 viene arrestato e condannato a 5 anni di carcere per attività sovversive ed espatrio illegale al rientro da una lunga missione in Africa e Europa. Nel 1964 è condannato ai lavori forzati a vita al processo di Rivonia, dal nome della località dove l'anno prima l'intero stato maggiore dell'Anc era stato catturato in una retata della polizia. Dal banco degli imputati, Mandela pronuncia un celebre discorso in difesa del diritto degli oppressi alla lotta armata come ultima risorsa contro la violenza degli oppressori. Proclama però anche il suo ideale di società non razzista con uguali diritti per bianchi e neri. Un ideale per cui proclama di essere pronto a morire.

Viene trasferito nel carcere di massima sicurezza di Robben Island, al largo di Cape Town, dove passa 18 dei suoi 27 anni di prigione. Si laurea in legge per corrispondenza alla University of London. In prigione la sua fama mondiale e  popolarità aumentano, diventa simbolo della lotta al regime razzista.

Nel 1982 viene trasferito nella prigione di Pollsmoor. Nel 1985 il presidente P. Botha gli offre la libertà in cambio alla rinuncia incondizionata alla violenza. Mandela rifiuta, tuttavia iniziano sporadici contatti con emissari del regime. Nel 1988 è trasferito nella prigione di Victor Verster, a nord di Cape Town, dove le condizioni di detenzione migliorano.

La liberazione, il Nobel, la presidenza del Sudafrica - Nel 1989 Botha viene sostituito da Frederik de Klerk, che il 2 febbraio 1990 annuncia la liberazione di Mandela. L'11 febbraio una folla immensa accoglie il leader, che si presenta al mondo con un discorso che resterà nella storia, offrendo perdono e riconciliazione all'impaurita minoranza bianca.
Mandela è eletto presidente dell'Anc, inizia un difficile periodo di negoziato col governo di de Klerk, che prosegue per quattro anni. Tentativi eversivi di gruppi di estrema destra, sanguinose violenze tribali minacciano la strategia di riconciliazione di Madiba, come ormai tutti chiamano Mandela (titolo onorifico del suo clan). Nel 1993 riceve il Nobel per la Pace insieme a De Klerk e nel novembre 2009, l'Onu proclamerà il 18 luglio 'Mandela Day'.

Il 27 aprile 1994, alla fine, si vota. L'Anc vince col 62% le prime elezioni multirazziali nella storia del Paese, Mandela è il primo presidente nero del Sudafrica. De Klerk è vicepresidente. Per Mandela inizia un infaticabile lavoro di consolidamento del suo fragile edificio. Nel 1996 divorzia da Winnie. Nel 1998 sposa Graca Machel, vedova del presidente del Mozambico, Samora Machel.

Gli ultimi anni
- Al termine del mandato rifiuta di candidarsi di nuovo. Dopo il 1999 l'anziano leader continua per qualche anno a spendere le sue energie e il suo nome per numerose cause umanitarie.  Nel 2004 annuncia l'intenzione di ritirarsi dalla vita pubblica per dedicarsi alla famiglia. Compare sempre più di rado in pubblico e ogni volta appare più fragile e debole, come nella fugace apparizione a Johannesburg alla finale dei Mondiali di calcio, nel luglio 2010.
Negli ultimi anni ha passato la maggior parte del tempo a Qunu, il villaggio della sua famiglia. Dopo l'ultimo ricovero in ospedale si era trasferito nella sua abitazione di Johannesburg dove ha trascorso gli ultimi mesi di vita, circondato dall'affetto della famiglia e di un intero Paese.

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