Tifone Haiyan, l'emergenza delle Filippine sui social media

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Mentre il paese asiatico fa i conti con il pesante bilancio dell'uragano, Facebook, Twitter e Google vengono usati per condividere testimonianze di prima mano, mappare le conseguenze del disastro e mobilitare la comunità internazionale

Prima è stata la caccia alle informazioni di prima mano, soprattutto per i tanti filippini residenti all’estero che non riuscivano a mettersi in contatto con i familiari. Poi è partita la macchina degli aiuti umanitari e delle donazioni internazionali. Infine, hanno preso vita diversi progetti di mappatura dell’emergenza per trovare i dispersi e aiutare i tanti cittadini in difficoltà. Come in occasione di altri eventi di crisi, anche durante il tifone Haiyan che si è abbattuto sulle Filippine, i social media hanno avuto un ruolo centrale nel mettere in contatto cittadini, istituzioni e agenzie non governative impegnate nelle operazioni di salvataggio. Anche perché questo paese può contare su un alto numero di utenti attivi online: più del 35% della popolazione ha accesso a Internet e quasi la totalità (92%) utilizza Facebook.

Testimonianze - Già nelle prime ore dopo l'arrivo del tifone, molti filippini hanno utilizzato Facebook e Twitter per condividere la preoccupazione per i tanti conoscenti e parenti dispersi. Come nel caso di questo ragazzo di Tacloban (che è stato poi ritrovato). Molte altre persone hanno utilizzato i social network per pubblicare testimonianze dalle diverse aree colpite dell'arcipelago. Insieme alle foto, molti video girati durante il tifone sono stati condivisi su Instagram, Facebook, YouTube e altri servizi online. Anche le autorità filippine hanno utilizzato i social network per pubblicare foto e video del disastro.
E, come è già accaduto durante altri disastri, anche nel caso del tifone Haiyan i social media sono diventati veicolo di informazioni inaccurate. L'American Red Cross è stata costretta a scusarsi dopo che nel pomeriggio di lunedì ha pubblicato una mappa inesatta relativa all'impatto del tifone. Il trovapersone - Google è scesa in campo con la pagina speciale Yolanda2013 (questo il nome asiatico del tifone) con un "trovapersone" per consentire a chiunque abbia un familiare disperso di accedere in tempo reale alle informazioni condivise dalle autorità. Sempre Google, poi, ha messo a disposizione una mappa interattiva realizzata insieme alle autorità locali in cui si possono localizzare i centri di evacuazione, gli ospedali, le stazioni di polizia e le aree più colpite.



Crowdsourcing
- Al di là delle donazioni, gli utenti possono stare vicino ai filippini colpiti dal disastro anche in altri modi. Uno di questi è il progetto lanciato sulla piattaforma MicroMappers che chiede agli utenti di tutto il mondo di partecipare alla classificazione e verifica dei migliaia di contenuti condivisi sui social network (che vengono poi visualizzati in una mappa aggiornata in tempo reale). Come ha spiegato al Wall Street Journal uno degli ideatori del progetto, lo scopo è far leva sul crowdsourcing per permettere alle agenzie non governative di accedere in maniera più veloce alle informazioni utili per le operazioni di salvataggio. E' il caso, ad esempio, dell'Office for the Coordination of Humanitarian Affairs delle Nazioni Unite (Ocha) che sta utilizzando questo ed altri strumenti per coordinare al meglio gli aiuti sul terreno. Infografica realizzata da OCHA con i numeri del disastro Gli aiuti - Molte organizzazioni internazionali hanno subito messo a disposizione pagine online su cui effettuare donazioni. Guidestar (no profit che valuta le migliori Ong anche attraverso il monitoraggio sulla destinazione dei fondi raccolti), ha pubblicato una lista di 9 organizzazioni a cui fare donazioni. Tra queste c'è l'United Nations World Food Programme, l'Unicef, Save The Children e la Croce Rossa. In Italia, invece, è attivo un tool per le donazioni dal sito www.agire.it (che fa da piattaforma per diverse organizzazioni non governative). La Cnn ha poi compilato un'utile guida che permette di scegliere meglio a chi destinare il proprio contributo a partire da diversi bisogni (cibo e acqua, operazioni di emergenza, assistenza medica, bambini). Nel frattempo, molte personalità della cultura e dello spettacolo si stanno mobilitando per sensibilizzare alle donazioni.

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