Gli Usa e lo spettro "shutdown": le possibili conseguenze

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Il presidente americano Obama preoccupato dai possibili effetti di uno "shutdown"

In assenza di un'intesa in extremis sul budget, al Congresso, a mezzanotte di lunedì 30 settembre scatterà la chiusura parziale delle attività del governo. A rischio parchi, musei, biblioteche. Obama: "I servizi essenziali vanno salvati"

L'ora X è fissata alle 00.01 di martedì 1 ottobre, fuso di Washington: se prima di allora non sarà trovato in Congresso un accordo sul budget dello Stato, il governo degli Stati Uniti dovrà di fatto "chiudere bottega", perché non sarà più in grado di finanziare varie agenzie federali, per mancanza di fondi. Ma un accordo sembra sempre più lontano, dopo che i repubblicani alla Camera hanno approvato una norma che lo lega ad un rinvio dell'Obamacare, la riforma sanitaria fortemente voluta da Obama. "I servizi essenziali vanno salvati", ha detto il presidente Usa in un ultimo appello rivolto al Congresso.

Il nodo della riforma sanitaria -
Chiamata ad esprimersi su una misura di emergenza già passata al Senato a maggioranza democratica, la Camera, dove la maggioranza è invece repubblicana, ha rilanciato la sfida al presidente approvando (con 231 voti a favore, tra cui quelli di due democratici, e 192 contrari) un emendamento che rinvia di un anno l'applicazione della riforma sanitaria, ufficialmente nota con il nome di Affordable Care Act, che dovrebbe entrare in vigore l'1 ottobre.
Allo stesso tempo, la Camera ha approvato una legge che abroga una controversa tassa sulle apparecchiature mediche, il cui scopo è quello di aiutare a finanziare i programmi sanitari, ma che secondo i repubblicani, e anche alcuni democratici, contribuisce a spostare posti di lavoro all'estero. Si tratta di una sfida aperta e apparentemente avviata verso un vicolo cieco, poiché il provvedimento deve ora tornare al Senato e i democratici hanno già a più riprese affermato che qualsiasi cambiamento alla Obamacare sarebbe stato respinto. Senza contare la minaccia di porre il veto sollevato dallo stesso presidente Obama ad ogni legge che ritardi l'applicazione della sua riforma sanitaria. Un ostacolo di cui i repubblicani sono ben consapevoli, così come del fatto che con ogni probabilità causerà il temuto 'shutdown' del governo.

Con una guida suddivisa per punti, il giornale americano Usa Today ha spiegato in concreto quello che potrebbe succedere se nella notte di lunedì 30 settembre scatterà lo “shutdown”.

Obama su Twitter: "C'è ancora tempo per evitare shutdown"
Parchi nazionali e musei chiusi - Per cominciare martedì 1° ottobre non apriranno i cancelli di tutti i National Park d'America, molti dei quali ospitano i principali monumenti americani. Ai visitatori presenti verrà chiesto di lasciare immediatamente l'area, mentre chi si dovesse trovare in uno dei tanti campeggi dei parchi nazionali americani avrà due giorni per lasciare il parco.
La serrata coinvolgerà tutti i musei federali di Washington, compreso lo zoo e il museo dell'Olocausto, gli archivi nazionali, le biblioteche dei presidenti, tranne quelle che funzionano come fondazioni private. Potrebbe essere a rischio, soprattutto in caso di uno “shutdown” prolungato, anche il rilascio dei passaporti da parte del dipartimento di Stato che comunque assicura che l'attività consolare in patria e all'estero rimarrà operativa al 100% fino a quando vi saranno i fondi.

Nessun disservizio previsto per la posta
- Non ci dovrebbero essere invece disservizi nella consegna della posta, dal momento che l'U.S. Postal Service funziona come un'azienda autonoma. Visto che la legge prevede che rimangano al lavoro solo i dipendenti considerati essenziali, si stima che tra gli 800mila ed il milione di dipendenti federali, su un totale nazionale di 2,1 milioni, verrà chiesto di rimanere a casa senza stipendio.
Non dovrebbe esserci alcun effetto sull'entrata in vigore della  riforma sanitaria. La borsa online che offrirà ai non assicurati la  possibilità di ottenere una copertura sanitaria verrà aperta in ogni caso, ha detto Barack Obama.
Non ci dovrebbero essere problemi nemmeno con le pensioni, visto che la previdenza viene considerato un programma di spesa obbligatorio, e anche i sussidi di disoccupazione e la distribuzione dei "food stamp", i buoni pasto federali che vengono date alle famiglie più povere.

Dipendenti federali a riposo “forzato” - Insomma, l'impatto maggiore sarà sui dipendenti federali che verranno costretti al riposo forzato. Tra quelli che rimarranno al lavoro, gli addetti alla salute e la sicurezza pubblica. Saranno messi a riposo anche alcuni dei collaboratori della Casa Bianca e quelli dei congressisti. Invece continueranno ad essere pagati sia i congressisti che il presidente degli Stati Uniti.

Il precedente del 1995 - Nell'ultimo precedente, dovuto ad un braccio di ferro sul bilancio tra il presidente Bill Clinton e i repubblicani allora guidati da Newt Gingrich, lo "shutdown" del governo andò avanti dal 16 dicembre del 1995 fino al 6 gennaio del 1996.

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