Il Papa: "Chiesa come ospedale da campo dopo una battaglia"

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Papa Francesco

In una lunga intervista a Civiltà Cattolica, il pontefice parla della necessità di rinnovamento della Curia: "Bisogna partire dal basso". Poi apre a divorziati risposati, aborti e omosessuali: "Accompagnarli con misericordia"

"Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia". In una lunga intervista rilasciata a Civiltà cattolica (qui gli estratti dell'intervista) nel mese di agosto, il Pontefice dice: "E' inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto...e bisogna cominciare dal basso". Un'intervista storica in cui Papa Francesco apre a divorziati, omosessuali e alle donne che hanno abortito. "Nella vita Dio accompagna le persone e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione".

"La Chiesa si è fatta rinchiudere in piccole cose" - "La Chiesa - osserva il Papa - a volte si è fatta rinchiudere in piccole cose, in piccoli precetti. La cosa più importante è invece che i ministri della Chiesa devono innanzitutto essere ministri di misericordia". Quindi, "le riforme organizzative e strutturali sono secondarie, cioè vengono dopo", perché "la prima riforma deve essere quella dell'atteggiamento".
Per Papa Francesco, infatti, "i ministri del Vangelo devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio, senza perdersi. Il popolo di Dio vuole pastori e non funzionari o chierici di Stato".

"Accompagnare con misericordia gay e divorziati" - Francesco parla anche dei divorziati risposati e degli omosessuali: "Bisogna sempre considerare la persona - dice - Qui entriamo nel mistero dell'uomo. Nella vita, Dio accompagna le persone e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione. Bisogna accompagnare con misericordia". 
La Chiesa non condanna gli omosessuali, "la religione ha il diritto di esprimere la propria opinione al servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l'ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile". Il confessionale "non è una sala di tortura ma il luogo della misericordia nel quale il Signore ci stimola a fare meglio che possiamo". Bergoglio racconta che una volta una persona in maniera provocatoria gli chiese se approvava l'omosessualità. Io allora le risposi - ha detto il Papa - con un'altra domanda: 'Dimmi: Dio quando guarda a una persona omosessuale ne approva l'esistenza con affetto o la respinge condannandola?'. Bisogna sempre considerare la
persona".
Spazio poi al tema dell'aborto. Se una donna ha abortito e la cosa "le pesa enormemente" e inoltre "è sinceramente pentita", il Papa invita alla misericordia anche nei suoi confronti.
"Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi - ha aggiunto - Questo non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto".

"Voglio consultazioni reali, non formali" - "Il mio modo autoritario e rapido di prendere decisioni mi ha portato ad avere seri problemi e a essere accusato di essere ultraconservatore", spiega poi il pontefice, che di se stesso dice: sono "un peccatore al quale il Signore ha guardato". Ma quasi a voler smentire la fama di decisionista solitario aggiunge: "I Concistori, i Sinodi, sono luoghi importanti per rendere vera e attiva questa consultazione. Bisogna renderli però meno rigidi nella forma". "Voglio consultazioni reali, non formali", confida. E ricorda che "i dicasteri vaticani sono mediatori, non gestori".
"Diffido delle decisioni prese in maniera improvvisata - spiega - Diffido sempre della prima decisione, cioè della prima cosa che mi viene in mente di fare se devo prendere una decisione". Così il Papa spiega il fatto che si prenda "tempo" per decidere, anche sulle "riforme", perché in passato decise "in modo brusco", e visse incomprensioni con i gesuiti quando era provinciale.

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