Medio Oriente, attesa per il riavvio dei negoziati di pace

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Mercoledì riprende il confronto tra israeliani e palestinesi. Tel Aviv annuncia la liberazione di 26 detenuti. Ma la tensione resta alta per l'annuncio della costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme est

Sale l'attesa in Medio Oriente per la ripresa del confronto tra Israele e Palestina. Il riavvio dei colloqui, previsti per mercoledì 14 agosto a Gerusalemme e poi a Gerico, avviene sotto la mediazione degli Stati Uniti. Il governo israeliano ha indicato i nomi dei primi 26 detenuti palestinesi da liberare come segno di distensione. Entro i prossimi nove mesi saranno 104 in totale i prigionieri che verranno rilasciati.

L'Alta corte israeliana ha respinto l'appello contro la liberazione dei 26 detenuti, di cui 20 condannati per omicidio e 6 per complicità in omicidio. La decisione respinge i ricorsi presentati dai parenti delle vittime. Il rilascio dovrebbe avvenire da programma nella serata di martedì 13 agosto.    

Tensione alta per i nuovi insediamenti - Lo scenario della vigilia rimane però teso per l'annuncio di Israele di procedere alla costruzione di 890 nuove case a Gilo (Gerusalemme est) e in Cisgiordania. Il via libera del ministero degli Interni israeliano giunge dopo quello deciso domenica scorsa per altri 1200 appartamenti a Gerusalemme est e in Cisgiordania. La decisione ha scatenato l'ira dell'Autorità nazionale palestinese secondo cui si rischia di indebolire il processo di pace. Il rappresentante per la politica estera della Ue Catherine Ashton ha sollecitato entrambe le parti ad evitare passi che "possono minare il negoziato".

Una presa di posizione condivisa da Yasser Abed Rabbo, un alto funzionario dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina: "L'espansione degli insediamenti rischia di provocare il collasso dei negoziati prima che inizino", ha spiegato.

Missile contro Eilat - Intanto il sistema anti-missile israeliano Iron Dome ha abbattuto nella notte un razzo sparato dalla penisola del Sinai contro la città di Eilat, sul Mar Rosso. Non ci sono stati danni o feriti. E' la prima volta che il sistema antimissile entra in azione nella città all'estremo sud del paese. Il lancio è stato rivendicato da un gruppo jihadista, il Consiglio della Shura dei mujaheddin, come rappresaglia per l'uccisione di quattro combattenti nella penisola da parte di un drone.

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