Dopo Prism, il boom delle tecnologie per la privacy

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Motori di ricerca che cancellano le tracce degli utenti. Servizi di messagistica a prova di infiltrazione. Dopo lo scoppio del Datagate, aumentano le richieste di riservatezza degli utenti. E prende piede il nuovo business della sicurezza personale

di Nicola Bruno

Programmi di chat ed email che rendono incomprensibili le nostre conversazioni. Motori di ricerca che non trattengono nessun dato sulle nostre richieste. App e gadget che cancellano ogni traccia dei dati condivisi. Ma anche CryptoParty, e cioè incontri organizzati in tutto il mondo in cui chiunque può imparare a utilizzare quelle tecnologie di protezione che di solito usano solo gli hacker.
Se è vero che, dopo lo scandalo PRISM, siamo entrati in un'epoca post-privacy, questo non vuol dire che agli utenti non importi più nulla della riservatezza. Anzi, come racconta AP in un lungo reportage, sempre più cittadini stanno iniziando a cambiare le proprie abitudini online, nel tentativo di proteggere il proprio diritto alla privacy. E lo stesso avviene anche per le telefonate, come ricorda il mensile Fortune nell'analizzare il boom dei software che promettono di rendere più sicuri i nostri cellulari.

Online al riparo da Prism - Il fronte su cui il Datagate ha prodotto più preoccupazioni (o paranoia, a seconda dei casi) è senza dubbio quello dei servizi web. Se è vero, come risulta dai documenti condivisi da Edward Snowden, che la National Security Agency (NSA) riesce a intercettare le nostre email, chat, chiamate Voip e scambi sui social-network, ecco arrivare tutta una serie di programmi che promettono di metterci al riparo dagli agenti del governo statunitense. E' il caso, ad esempio, di DuckDuckGo e Ixquick, due motori che non conservano alcuna traccia delle nostre ricerche: sia il primo che il secondo hanno annunciato di aver raddoppiato il numero di utenti dopo la pubblicazione delle rivelazioni sull'NSA. Molto popolari stanno poi diventando le applicazioni come CryptoCat che può essere installata sul browser per intavolare chat a prova di criptaggio. Queste e altre alternative possono essere trovate sul sito web Prism-Break, che vuole appunto suggerire quali sono le vie di fuga ai servizi delle compagnie che rientrano nel programma PRISM.
E il discorso riguarda anche i servizi di web-storage offerti in modalità cloud. Su questo fronte sta avendo molto successo il progetto "Plug" per la realizzazione di un gadget facile da utilizzare su cui conservare tutti i nostri dati personali. La proposta è stata lanciata su Kickstarter e in poche settimane ha ricevuto oltre 600mila dollari di donazioni dal basso. Segno che il tema è molto sentito.

Telefonate top secret - Lo stesso sta avvenendo anche a livello di protezione delle chiamate telefoniche. Come racconta Fortune, già sono molte le società che offrono pacchetti di protezione totale delle telefonate che facciamo ogni giorno. E' il caso di Silent Circle, programma ideato da un ex ufficiale della marina statunitense che offre una suite per "silenziare" le conversazioni fatte sullo smartphone, in qualsiasi formato esso siano (voce, video, testo, etc). Silent Circle è già utilizzato da molti governi e corporation. E, dopo lo scandalo Prism, spera di fare il salto nel mainstream.

Il business della privacy - "Lo scandalo NSA potrebbe creare un mercato tutto nuovo per i software di criptaggio. Questa è la migliore arma di marketing che gli sviluppatori stavano aspettando", ha dichiarato l'ideatore di Wickr, applicazione che consente di inviare messaggi e foto che si autodistruggono. E non si tratta dell'unica compagnia che sta lavorando su questo fronte, come hanno spiegato a Venture Beat alcuni investitori: "Molte persone pagherebbero per avere accesso a servizi progettati intorno alla riservatezza". E questo sembrano averlo già capito compagnie come MaskMe (che offre una suite per la privacy che va dalle email alla carta di credito) o Disconnect (estensione anti-tracking per il browser). Anche Kim Dotcom, ideatore di Megaupload, ha annunciato di volersi buttare nella mischia dei software pro-riservatezza.

Anche Google in campo - In tutto ciò, i principali colossi web non stanno certo a guardare. Google, ad esempio, sta iniziando a sperimentare la possibilità di criptare i file condivisi su Drive, il suo hard-disk virtuale. Sempre nell'ottica di andare incontro agli utenti va poi letta la coalizione composta da  AOL, Apple, Facebook, Google, Microsoft e Yahoo che in una lettera inviata al governo Obama hanno chiesto maggiore trasparenza sulle richieste ricevute dall'NSA. Di mezzo c'è la fiducia di milioni di utenti, ormai sempre più sospettosi nei confronti di molti servizi online.

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