Datagate, Guardian: cimici Usa nell'ambasciata italiana

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Il giornale inglese e il tedesco Spiegel citano nuovi documenti forniti dalla talpa Edward Snowden: anche il nostro Paese sarebbe stato un obiettivo dello spionaggio della Nsa. Sotto controllo la sede diplomatica di Washington

Non solo l'Italia sarebbe stata pienamente "un obiettivo" della gigantesca operazione americana di spionaggio messa in piedi dalla Nsa, ma gli 007 Usa sarebbero arrivati a piazzare anche delle cimici nell'ambasciata italiana a Washington. Le ultime clamorose rivelazioni sono state pubblicate nella serata del 30 giugno sul sito del Guardian, che cita documenti fatti filtrare da Edward Snowden, l'ex analista dell'agenzia americana e talpa del Datagate (tutti i video sul caso). Sempre il Guardian, sabato 29, aveva pubblicato un articolo secondo cui alcuni servizi segreti europei, tra i quali l'Italia, avrebbero accordi segreti con gli Stati Uniti per passare dati personali alla Nsa. Un pezzo che è stato rimosso e poi sostituito nella serata  di domenica 30 con un nuovo articolo.

Ma nel giorno in cui l'Europa, infuriata per le notizie sul sistematico spionaggio delle sue istituzioni, ha minacciato di far saltare i negoziati di libero scambio con gli Stati Uniti se tutto fosse confermato, si svela anche l'attenzione molto particolare che l'intelligence americana avrebbe riservato - e probabilmente continua a riservare - al nostro Paese.

E' stato prima lo Spiegel, sempre con documenti targati Snowden, a rivelare come la Nsa - attraverso il programma "Boundless Informant" - avrebbe spiato sistematicamente le comunicazioni anche in Italia e Francia, seppur in dimensioni ridotte rispetto alla Germania: secondo quanto riporta l'Ansa, in un grafico pubblicato sul settimanale tedesco si può osservare la curva delle intercettazioni dei metadati telefonici dall'Italia, che tra il 10 e il 19 dicembre 2012, stando ai documenti, si aggiravano costantemente intorno ai 4 milioni al giorno, per poi calare rapidamente fino ad arrivare a zero il 25 dicembre. Subito dopo è stata la volta del Guardian, che ha messo in rete informazioni clamorose, ovvero che gli Usa avrebbero piazzato cimici in ambasciate sia a Washington che a New York, dove sono le missioni alle Nazioni Unite.

Il documento citato dal quotidiano inglese elenca 38 di queste ambasciate e missioni descrivendole come "target da attaccare" e da tenere sotto controllo con una gamma straordinariamente vasta di metodi di spionaggio, fino appunto alle cimici. Ma non solo: si parla anche di infiltrazioni della rete informatica che permetteva di leggere la posta elettronica e i documenti interni.
Le operazioni condotte contro l'ambasciata italiana a Washington, secondo tali documenti, erano state classificate come "Bruneau" oppure "Hemlock". Mentre quelle contro i francesi erano state nominate "Blackfoot" all'Onu e "Wabash" a Washington.

Nel mirino degli 007 americani della Nsa, oltre ai "nemici" degli Stati Uniti e agli obiettivi sensibili in Medio Oriente, ci sarebbero state quindi le missioni europee - nome in codice dello spionaggio per quella dell'Onu 'Perdido' -, le ambasciate d'Italia, Francia e Grecia, e quelle di altri Paesi alleati come Giappone, Messico, Corea del Sud, India e Turchia. Nella lista, datata settembre 2010, non compaiono invece Regno Unito, Germania e altri Stati europei occidentali. Gli Stati Uniti, attraverso un portavoce della Nsa, hanno fatto sapere che chiariranno la situazione attraverso "canali diplomatici", sia con le istituzioni europee che con i singoli Paesi interessati "a livello bilaterale", ma che non intendono fare commenti pubblici sulla vicenda.

Le reazioni - Le ultime notizie hanno provocato tensioni a livello diplomatico. Chiarimenti agli Usa sono stati chiesti dal ministro degli Esteri Emma Bonino che ha definito la questione, in linea con il presidente Napolitano, "spinosa".
"Bisogna ricostruire la fiducia con gli Stati Uniti", ha detto il portavoce del Governo tedesco Steffen Seibert aggiungendo che presto la cancelliera Angela Merkel parlerà delle notizie di stampa sulla sorveglianza Usa con il presidente americano Barack Obama.
Intanto però il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha detto alla sua collega europea, Catherine Ashton, che la ricerca delle informazioni sugli altri Paesi non è "inusuale".

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