Datagate, Snowden fa perdere le sue tracce. Ira degli Usa

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Secondo alcune fonti, l'ex agente governativo Usa accusato di spionaggio sarebbe in viaggio verso l'Ecuador, secondo altre sarebbe ancora in Russia. Assange: è al sicuro e sta bene. Stati Uniti: battuta d'arresto nei rapporti con la Cina

E' giallo su Edward Snowden, l'informatico che ha svelato il programma di intercettazioni segrete della National Security Agency americana. Nonostante la richiesta di arresto formulata dalle autorità Usa sulla base di accuse di spionaggio e furto di proprietà del Governo, e nonostante il suo passaporto sia stato revocato, Snowden è riuscito ad imbarcarsi ad Hong Kong su un volo Aeroflot per Mosca. Questa è l'ultima cosa certa. Le tracce del 29enne si sono infatti perse all'aeroporto Sheremetevo di Mosca, domenica 23 giugno, quando è arrivato dalla Cina. Gli Usa, intanto, non nascondono al propria irritazione: la vicenda di Edward Snowden costituisce "una seria battuta d'arresto" per gli sforzi compiuti dagli Usa di forgiare relazioni con la Cina basate sulla fiducia. Queste le parole del portavoce del Dipartimento di Stato americano, Jennifer Psaki.

Snowden fa perdere le sue tracce - La partenza dell'ex informatico della Nsa dalla capitale russa alla volta di Cuba, da dove avrebbe dovuto raggiungere l'Ecuador al quale ha chiesto asilo politico, è stata prima annunciata e poi smentita dai media russi che non hanno saputo specificare dove si trovi al momento.
Formalmente, le autorità russe affermano che Snowden non è entrato in territorio russo, poiché è rimasto nella zona transiti dell'aeroporto, dove loro non possono intervenire. Inoltre, secondo quanto ha fatto sapere Julian Assange, il fondatore di Wikileaks che in questa vicenda ha assunto negli ultimi giorni un ruolo fondamentale, Snowden avrebbe ricevuto un documento di transito come rifugiato da parte del governo dell' Ecuador, Paese a cui ha chiesto asilo politico. "E' al sicuro e sta
bene" ha dichiarato Assange. E ha aggiunto di "non poter rivelare in quale paese si trovi al momento".

Sul caso è intervenuto anche  presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, che in un messaggio postato su Twitter ha rassicurato sull'autonomia di giudiziaria di Quito. "State certi che analizzeremo il caso di Snowden responsabilmente e prenderemo la decisione che riteniamo migliore in assoluta sovranità", ha commentato il capo di Stato.

Qualche ora prima, nel corso di una conferenza stampa da Hanoi, il ministro degli Esteri ecuadoregno, Ricardo Patino, aveva spiegato che Quito deciderà basandosi sulla Costituzione, che tutela la protezione della fonte e il diritto all'asilo, insieme alla libertà di opinione ed espressione contenuta nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

Snowden: io come Manning
-  E proprio a Patino avrebbe scritto Snowden che in una lettera si sarebbe paragonato a Bradley Manning, la fonte di Wikileaks e spiega di aver chiesto asilo all'Ecuador perché negli Stati Uniti sarebbe "improbabile" che possa essere sottoposto a "un processo giusto". Nella lettera, Snowden ritiene che negli Stati Uniti correrebbe il rischio di un "trattamento inumano" prima di essere condannato all'ergastolo o forse anche alla pena di morte. Nel paragonarsi a Manning, sostiene che l'ufficiale americano attualmente sotto processo è stato sottoposto a "un trattamento crudele ed inumano" prima di essere processato "in forma segreta, con testimonianze segrete".

Ira degli Usa - Intanto, l'ira di Washington è per il momento concentrata su Mosca e Pechino. "Sarebbe profondamente inquietante", ha detto Kerry, se Cina e Russia "avessero avuto adeguati avvisi" sulla vicenda e "nonostante ciò avessero deciso volontariamente di ignorarli". Con Hong Kong, ha detto il segretario di Stato, che attualmente si trova in India, c'è un trattato di estradizione. "Se hanno avuto un avviso adeguato", cosa che Kerry ha affermato di non sapere ancora, e hanno volontariamente permesso che salisse su aereo, "ci sarebbe, senza alcun dubbio, un impatto e delle conseguenze sulle relazioni. Allo stesso modo con la Russia".
Stesso concetto espresso dal portavoce della Casa Bianca Jay Carney, secondo cui "senza dubbio" ci saranno conseguenze nelle relazioni con la Cina. Allo stesso tempo, in un pressing scoperto, Carney ha esortato Mosca a considerare "tutte le opzioni" che ha per "espellerlo" poiché, ha affermato, presumibilmente Snowden si trova ancora lì.  Secondo due esperti di intelligence occidentali che hanno lavorato per il governo Usa, scrive intanto il New York Times, con ogni probabilità il governo cinese ha avuto modo di estrarre tutti i dati nei quattro pc che Snowdwn ha portato con sé a Hong Kong, ed ha poi perso interesse nella 'talpa', decidendo quindi di lavarsene le mani.

La palla a questo punto sembra però comunque essere nel campo del Cremlino. Alcune fonti bene informate citate dall'agenzia Interfax hanno fatto sapere - ancora prima del monito della Casa Bianca - che Mosca studia la richiesta di estradizione presentata dagli Usa.

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