Turchia, dalle strade alla rete la protesta 2.0 non si ferma

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Smartphone nel mezzo delle proteste - Credits: GETTY

Mentre a Smirne 25 persone sono state fermate dalla polizia con l'accusa di "aver fomentato i disordini e fatto propaganda" su Twitter, migliaia di utenti ricorrono ad applicazioni per rendere anonime le attività online

di Nicola Bruno

25 cittadini fermati a Smirne con l'accusa di aver "fomentato i disordini e fatto propaganda" su Twitter. Giornalisti locali sotto attacco per la copertura degli eventi. E migliaia di utenti che ricorrono ai software anti-censura per continuare a comunicare in maniera anonima. Mentre nelle strade di diverse città turche continuano le tensioni tra polizia e manifestanti, in rete si combatte un'altra battaglia per il controllo delle informazioni. L'attivismo si fa sentire non solo su Twitter e Facebook, ma anche altrove, con il lancio di Tumblr che segnalano le "brutalità della polizia", campagne di crowdfunding per diffondere le notizie all'estero, mappe geolocalizzate, segnalazioni di false immagini che circolano online, attacchi di Anonymous ai siti governativi.

Strumenti anti-censura - Gli arresti di Smirne sono arrivati pochi giorni dopo la controversa dichiarazione del premier Erdogan secondo cui i social media sarebbero "la peggiore minaccia per la società". Proprio nel timore di rappresaglie da parte della polizia, molti utenti stanno facendo ricorso a diversi strumenti che permettono di rendere anonime le proprie attività online. E' il caso di Hotspot Shield, applicazione gratuita che crea un "Virtual Private Network" (VPN), una rete privata che protegge le comunicazioni da occhi indiscreti. Sviluppata dall'azienda californiana Anchorfree, è diventata una delle top 5 app più scaricate sullo store di Apple turco. Secondo i dati forniti dalla società produttrice, è stata scaricata 120.000 volte in Turchia, con un picco di download nel corso del weekend. Oltre a Twitter e Ustream (servizio per lo streaming video in diretta), altra applicazione molto scaricata in Turchia è Zello, servizio di walkie-talkie che permette di lasciare messaggi vocali ai propri amici, senza poter essere monitorati dal proprio gestore telefonico.

Le leggi su Internet -  I timori degli utenti che installano questo tipo di applicazioni sono giustificati dal fatto che il governo ha messo a punto diverse misure restrittive che prevedono il filtro selettivo e il blocco totale dei siti web in particolari occasioni. Secondo i dati del Washington Post (riportati in questo articolo del Committee to Protect Journalists), a fine 2011 circa 8000 domini erano stati bloccati (tra cui il più noto è quello di YouTube, rimasto irraggiungibile in Turchia dal 2007 al 2009).
A fronte di alcune segnalazioni di rallentamento della rete 3G, per il momento il traffico Internet sembra essere del tutto regolare, come ha evidenziato un report della società Renesys secondo cui tutti i social network sono normalmente raggiungibili.

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