Francesco, il "Papa che viene quasi dalla fine del mondo"

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Gesuita, è il primo pontefice del Sudamerica. Avvenire: "Pastore dolce nel continente più cattolico". Corriere della Sera: "Fase nuova che spazza via vecchi paradigmi". Repubblica: "Sconfitti i cardinali italiani". RASSEGNA STAMPA

Il primo Papa sudamericano, il primo gesuita, il primo a decidere di chiamarsi Francesco.
L'elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, fino a ieri arcivescovo di Buenos Aires è un evento storico.
"Pastore dolce  e forte nel continente più cattolico sulla faccia della Terra, nella realtà toccata nel profondo e da secoli dal Vangelo di Cristo e ricca di contraddizioni e di speranza", scrive nel suo editoriale il direttore dell'Avvenire Marco Tarquinio.

Il papato lascia l'Europa - Il "Papato lascia l'Europa e va nelle Americhe: è un evento che dice la capacità del nuovo che abita il cuore antico della Chiesa di Roma e la pone ancora una volta sul proscenio della storia, nella stagione del rimescolamento planetario dell'umanità", scrive  nel suo editoriale Luigi Accattoli, sul Corriere della Sera. E aggiunge: "Va oltre l'Atlantico e sceglie un cardinale del subcontinte americano, cioè un uomo del Sud del mondo ora che il Sud povero sta sfidando il Nord ricco in nome dei suoi diritti e delle sue necessità". (Sul tema, ascolta l'intervista al direttore del quotidiano Ferruccio De Bortoli a SkyTG24: video).

Una scelta geopolitica - "E sulla provenienza del nuovo pontefice insistono molti analisti, tra cui Vittorio Messori che nota come questa sia una scelta geopolitica, come quella di Wojtyla, mentre il direttore di Repubblica Ezio Mauro: "Per due volte a distanza di otto anni, dunque, due Conclavi hanno elaborato la candidatura a papa del cardinale argentino e bisogna tener presente che nel frattempo la composizione del Sacro Collegio è cambiata per quasi il 50 per cento".
Su questa chiave insistono, tra l'altro, Il Giornale, che titola con un inequivocabile: "Francesco, il Papa dell'altro mondo" e Il Messaggero e La Stampa che aprono invece ricordando il "Vengo alla fine del mondo" che proprio il pontefice ha detto nel suo saluto alla folla di San Pietro.

Cardinali italiani sconfitti - Oltre alla semplicità e all'umiltà nei tratti con sui si è presentato (non è casuale il nome scelto, fa notare sempre il quotidiano della Cei), i vaticanisti (la rassegna stampa) fanno notare  inoltre come la sua elezione sia la sconfitta del cosiddetto "partito romano". A scriverlo, tra gli altri, è Paolo Rodari su Repubblica, che scrive: "Hanno vinto i cosiddetti riformatori e con loro gran parte degli extra europei, americani in testa". "A uscire sconfitti - spiega - sono anche i cardinali italiani in generale. Scola, seppure anti-curiale, è stato di fatto ritenuto troppo vicino a Roma per garantirsi l'elezione. Troppo sicuri di sé gli italiani, troppo sicuri delle proprie possibilità la Conferenza episcopale italiana che nel porgere gli auguri al nuovo Pontefice saluta, con una gaffe abbastanza clamorosa, "con gioia e riconoscenza il cardinale Angelo Scola a successore di Pietro.

Una fase nuova - Una intepretazione, questa, che è comune a quasi tutti i quotidiani. Anche il Corriere della Sera, oltre a stilare uno dei numerosi ritratti del nuovo Papa, con Massimo Franco, spiega come in Vaticano "lo sfondo era cambiato più di quanto forse chiunque avesse percepito. E il nome di Jorge Bergoglio, argentino, papa Francesco, uscito sulla scia della fumata bianca di ieri sera, è figlio non di un cambio di maggioranza rispetto al 2005, ma di una fase completamente nuova che spazza via vecchi paradigmi e vecchie divisioni tra "conservatori" e "progressisti".

L'amicizia con Martini -Paolo Conti ricorda il rapporto amichevole con il cardinale Martini. Non è casuale allora come uno dei teologi più vicini a Martini, Vito Mancuso, su Repubblica, inizi il proprio editoriale, scrivendo: "Forse è la volta buona. Forse oggi, a distanza di mezzo secolo, il rinnovamento all'insegna del Vangelo che papa Giovanni XXIII e il Vaticano II avevano voluto e intrapreso, può finalmente diventare realtà".

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