Pakistan, assolta la ragazza cristiana accusata di blasfemia

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Pakistan - Rimsha Masih, la bambina cristiana, accusata di blasfemia è stata assolta

Archiviato il caso di Rimsha Masih. Secondo un imam la 14enne disabile aveva bruciato pagine del Corano. Arrestato il religioso: aveva falsificato le prove. La piccola ha trascorso tre settimane in un carcere per adulti

Rimsha Masih è stata assolta. Un tribunale pakistano ha archiviato il caso della ragazza disabile di religione cristiana accusata da un imam di blasfemia per aver bruciato pagine del Corano. Lo ha reso noto il suo avvocato, Akmal Bhatti. La piccola, di soli 14 anni e affetta da sindrome di down era stata arrestata il 16 agosto in seguito alla denuncia dell'imam Mohammed Khalid Chishti. La storia di Rimsha aveva suscitato indignazione in tutto il mondo.

Arrestato l'imam che l'ha accusata - Rimsha era già stata rilasciata l'8 settembre, dopo tre settimane trascorse in un carcere per adulti, in seguito alla svolta dell'arresto dell'imam che per denunciarla avrebbe inserito le pagine del Corano in una busta della ragazza contenente carta bruciata. L'intenzione del religioso era far credere che la ragazza avesse commesso l'atto sacrilego con l'intenzione di creare odio contro i cristiani e costringerli ad abbandonare l'area. La polizia aveva chiesto alla magistratura di assolverla e aveva chiesto l'incriminazione dell'imam per falsificazione di prove e blasfemia.

L'assoluzione per Rimsha -  L'Alta Corte di Islamabad, che si era riservata il giudizio la scorsa settimana, ha respinto la denuncia perché "nessuno ha visto Rimsha Masih bruciare delle pagine del Corano". In una sentenza di 15 pagine, i giudici hanno poi sottolineato che "le accuse di blasfemia sono questioni molto delicate e che questi casi vanno trattati con attenzione". Paul Bhatti, l'unico ministro cristiano nel governo pakistano, ha confermato la sentenza di assoluzione: "Giustizia è stata fatta e il diritto è stato applicato dal tribunale". "Questa sentenza darà un'immagine positiva del Pakistan alla comunità internazionale mostrando che c'è giustizia per tutti e che il Paese vuole tolleranza". Dopo il rilascio, Rimsha e la sua famiglia erano state trasferite in una località segreta per il timore di aggressioni.

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