Sandy, come le istituzioni hanno usato i social media

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Arriva la segnalazione di una famiglia costretta a rifugiarsi al secondo piano della propria casa. E i vigili del fuoco di New York rispondono velocemente su Twitter, mandando i soccorsi.
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Durante e dopo l’uragano, Twitter, Fb e YouTube si sono rivelati strumenti fondamentali per informare i cittadini. Sindaci e governatori hanno pubblicato migliaia di messaggi di pubblica utilità e i Vigili del Fuoco hanno raccolto diverse segnalazioni

di Nicola Bruno

Sindaci e governatori, vigili del fuoco e aziende di servizi pubblici. Mentre la costa nord-est degli Stati Uniti faceva i conti con gli effetti dell’uragano Sandy, molti rappresentanti delle istituzioni erano più che mai attivi sui social media per informare, allertare e, in molti casi, anche rispondere personalmente alle migliaia di richieste che arrivavano dai cittadini.
Una presenza quanto mai necessaria, non solo perché molte abitazioni nel frattempo erano rimaste senza elettricità (e quindi non potevano informarsi dalla tv o dalla radio), ma anche perché su Twitter e Facebook hanno presto iniziato a diffondersi falsi allarmi. Come quelli che parlavano di Wall Street allagata o della metropolitana inagibile per una settimana. Proprio grazie alla tempestività online di molti rappresentati pubblici è stato possibile disinnescare queste bufale. Un vero e proprio “servizio pubblico” offerto ai propri cittadini, quindi, che in questi giorni sta ricevendo gli elogi di molte testate a stelle e strisce e che, secondo alcuni esperti, segna uno spartiacque nel modo in cui le istituzioni comunicano online durante eventi di crisi.

Sindaci e governatori in prima linea - “A casa mia c’è spazio per rilassarti, ricaricare il cellulare e anche un lettore Dvd che funziona. Vieni”. Così ha risposto il sindaco di Newark Cory Booker, uno dei pionieri della politica 2.0 negli Usa, a una ragazza che nell’immediato dell’uragano gli chiedeva quando sarebbe tornata l’elettricità. La ragazza ha poi accettato l’invito, facendo sapere - sempre a mezzo tweet - di essere arrivata a casa del proprio sindaco e di guardare un film.
Non solo ospitalità, comunque. Basta scorrere il profilo di Cory Booker per trovare decine e decine di interazioni con cittadini che chiedevano informazioni sulla riapertura delle scuole o di un albero da togliere dalla strada. In tutti questi casi il sindaco ha sempre risposto, fornendo numeri di telefono o agenzie da contattare.
Un atteggiamento, questo, comune anche al sindaco di New York Michael Bloomberg che, nei concitati momenti del post-uragano, si è imposto come una delle fonti più fidate e seguite in assoluto online. Tanto che, in molti casi, si è ritrovato anche a dover smentire le false notizie date da alcuni organi di stampa: quando il New York Post ha scritto che era previsto il blocco di tutte le auto a Manhattan, il sindaco ha subito replicato: “Non è corretto”. Così come ha fatto quando si è sparsa la voce che l’acqua dei rubinetti non era sicura.



Altrettanto attivo è stato il governatore dello stato di New York Andrew M. Cuomo: in quattro giorni ha pubblicato circa 800 messaggi sul suo account Twitter, oltre che decine di video sul profilo YouTube. Proprio da questi canali ha dato le prime informazioni sulla chiusura dei tunnel e la riapertura dei ponti della Grande Mela. Come ha spiegato Andrew Rasiej, fondatore del Personal Democracy Forum, al New York Times “Twitter rende possibile organizzare una conferenza stampa ventiquattro ore su ventiquattro, informando simultaneamente il proprio staff, il pubblico e la stampa”.
Lo stesso hanno fatto anche i rappresentanti degli altri stati colpiti da Sandy. Il governatore del New Jersey Chris Christie ha usato ogni social media a disposizione per convincere i propri cittadini a evacuare le zone considerate a rischio:



Durante il tuor del proprio stato, il governatore della Virginia Bob McDonnell ha pubblicato decine di foto in tempo reale sul proprio account Facebook per mostrare i danni e allertare sui rischi. Come lui, ha fatto anche il governatore del Maryland Martin O’Malley. Per non lasciare nessun spazio online non presidiato, il suo stato ha addirittura creato una bacheca Pinterest con tutte le informazioni per immagini su come affrontare l’uragano.

Vigili del fuoco
- Con i numeri di emergenza in tilt e le linee telefoniche domestiche staccate, molti cittadini si sono rivolti anche al profilo Twitter del New York Fire Department per segnalare situazioni di pericolo e richieste di pronto intervento. A gestire questo account - per un turno durato più di 30 ore (come ha poi spiegato alla Cnn) - c’è stata un’unica dipendente: la 35enne Emily Rahimi che ha dimostrato di saper gestire una situazione di crisi con estrema risolutezza. Rahimi non ha solo diffuso gli alert dei Vigili del Fuoco, ma ha anche risposto personalmente ai tanti cittadini che chiedevano soccorso. Come nel caso di una famiglia di Staten Island che si era rifugiata al secondo piano della propria abitazione perché il piano terra era allagato. Rahimi ha subito contattato i colleghi in zona per far arrivare una pattuglia nel minor tempo possibile.



E così anche per altri messaggi inoltrati da residenti del Queens o di Brooklyn. Rahimi è stata elogiata da molte testate online e dagli stessi utenti sorpresi di avere risposte in tempo reale durante una situazione di panico generalizzato.

La compagnia elettrica - Stessa tempestività è stata dimostrata anche dall’account Twitter di Con Edison, la compagnia elettrica che ha subito un grave danno alle proprie centrali, lasciando al buio vaste aree di Manhattan, il Queens, Long Island e Staten Island. Anche in questo caso a gestire l’emergenza c’era un team ridotto (due persone, di cui una di 27 anni) che ha dovuto fare fronte alle frustrazioni, la rabbia e le richieste di migliaia di cittadini senza corrente elettrica. E anche qui è stato fornito un servizio veloce e puntuale.

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