Dimmi dove navighi (e cosa ascolti) e ti dirò chi voti

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Secondo la rilevazione, realizzata per Velti, società di marketing mobile, il 49 per cento dei possessori di telefonini di ultima generazione voterebbe per Obama e solo il 31 per cento per Romney.
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Le inclinazioni politiche si rivelano anche nelle scelte dei servizi web. E in quelle musicali. E persino nell'acquisto di telefonini. Lo affermano alcune ricerche e sondaggi che associano preferenze tecnologiche e culturali al voto per Obama o Romney

di Raffaele Mastrolonardo

Da una parte c'è Spotify, dall'altra eBay. In un versante ci stanno gli smartphone in quello opposto telefonini normali. Da un lato Rihanna, di fronte il cantante country Kenny Chesney. Si parla di internet, tecnologia e musica ma anche, a sorpresa, del prossimo presidente degli Stati Uniti. Sì perché, stando ad alcuni recenti sondaggi e ricerche, le preferenze in questi campi apparentemente neutri si associano a determinati orientamenti politici e possono dare indicazioni preziose sugli stili di vita dei potenziali elettori. Tra i più interessati a queste informazioni ci sono ovviamente gli staff dei due candidati che da tempo si sono dotati degli strumenti tecnologici e di ricerca per profilare i loro elettori nel minimo dettaglio: dal cibo, ai negozi passando per le auto.

Internet rossa e blu – Tra coloro che più recentemente hanno provato a leggere in chiave politica scelte quotidiane dei cittadini americani c'è la società di comunicazione politica Engage che ha realizzato anche un'infografica in proposito. A inizio di luglio l'agenzia si è divertita a correlare, utilizzando una piattaforma apposita per questo tipo di indagini, le preferenze degli utenti web per alcuni servizi online con le loro disposizione verso i due candidati alla Casa Bianca. Il risultato è a volte intuitivo a volte un po' meno, di certo curioso. Per esempio, chi usa PayPal, servizio che offre transazioni finanziarie, e eBay ha ottime possibilità di schierarsi nel campo repubblicano e, al tempo stesso, di essere politicamente attivo. Etsy invece, altro sito di ecommerce, sarebbe frequentato soprattutto da democratici (e non a caso si presenta come un'iniziativa che vuole aiutare la “gente a cambiare il modo in cui funziona l'economia globale”). Sempre di colore blu (quello tradizionalmente associato al partito di Obama) sono i membri della community di Tumblr mentre gli appassionati di AngryBirds virano verso il rosso (il colore repubblicano). E se Wikipedia tende a sinistra ma non troppo altri colossi del web come YouTube o Facebook (ma anche Skype o la piattaforma di blogging WordPress) confermano la loro fama nazionalpopolare ed ecumenica stabilendosi bene al centro della mappa, indifferenti alle contese politiche.

Smartphone alla Casa Bianca – Se diamo retta a questa indagine il web si rivela dunque un luogo equamente occupato da elettori di entrambi i candidati. La stessa cosa, secondo un sondaggio realizzato da Harris Interactive, non si può dire per i telefonini più avanzati, gli iPhone e gli smartphone con sistema operativo Android. L'uso dei cellulari di ultima generazione apre infatti un fossato politico non da poco: ad usarli di più sarebbero di gran lunga i supporter del presidente in carica, come conferma anche l'infografica associata alla ricerca. Secondo la rilevazione, realizzata per Velti, società di marketing mobile, il 49 per cento dei possessori di questi gadget voterebbe per Obama e solo il 31 per cento per Romney. Un distacco di 18 punti che diventano 22 nella fascia di età 18-34. Il vantaggio di Obama tra coloro che comunicano con questi strumenti resta consistente anche se ci si concentra su coloro che hanno una laurea  (56 % contro 35 %) e resiste pure tra i proprietari di smartphone che hanno un reddito sopra i 75 mila dollari (49 % contro 39 %). Unico segmento in cui lo sfidante inverte la tendenza è quello dei pensionati con telefonino intelligente (che, presumibilmente, non costituiscono il grosso del campione). Qui Romney supera il rivale di 23 punti.

Musica politica – Se l'America fosse popolata solo di appassionati di tecnologie mobili d'avanguardia non ci sarebbe partita. Per fortuna di Romney non è così. Esistono infatti anche i cultori della musica country che - e non è forse una sorpresa - tendono a votare a destra così come (e questa sì che è un po' una sorpresa) chi ascolta i Pink Floyd. A queste conclusioni è arrivata a metà luglio un'analisi realizzata The Echo Nest, società che aiuta servizi come Spotify a creare correlazioni tra i brani per servizi di musica online come Spotify. Setacciando il loro corposo database gli esperti dati di Echo Nest hanno messo insieme gli artisti della playlist ideale dei fan dei due partiti. Nel podio del pantheon repubblicano entrano Kenny Chesney, musicista country, seguito dal collega George Strait e Reba McEntire (sempre rigorosamente country). Chiudono la top ten conservatrice Elvis Presley e, come detto, i Pink Floyd. Sull'altro fronte c'è più varietà di generi e la cantante che più si associa a preferenze democratiche risulta Rihanna seguita dal rapper Jay-Z. Nei primi 5 posti figurano anche Madonna, Lady Gaga e Katy Parry. Chiude la top ten dei ritmi preferiti dai potenziali fedeli di Obama Bob Marley.

Profilazione di voto – Messa così la sfida per la Casa Bianca sembra passare per il crinale che separa pop e country e pare suggerire che ogni nota ha un significato politico. Per fortuna non si dà sempre il caso. The Echo Nest elenca infatti anche una serie di cantanti bi-partisan che piacciono a tutti indipendentemente dalle scelte nella cabina elettorale. Tra questi grandi classici come i Beatles, i Rolling Stones, Johnny Cash e pure Marilyn Manson. Insomma, esistono ancora scelte politicamente indipendenti anche se, probabilmente, sono sempre meno. Come ha raccontato the Atlantic, il cosiddetto micro-targeting è diventata una pratica comune nella politica americana e il dettaglio nella profilazione del potenziale elettore ha raggiunto livelli altissimi. I partiti e i candidati non si accontentano più di andare a caccia degli indipendenti e degli indecisi ma vogliono raggiungere il repubblicano nascosto nelle file democratiche (e viceversa) e convincerlo a fare il grande passo. Per individuarlo incrociano dati di varia natura e guardano sempre più spesso ai consumi dove si nascondono preferenze politiche insospettate (spesso al cittadino stesso). Secondo una ricerca del National media Research Planning and Placement, per esempio, persino birre e bibite possono rivelare un potenziale elettore di un partito. Heineken (preferita dai democratici) e Michelob Ultra (che disseta prevalentemente i repubblicani) si collocano agli estremi opposti dello spettro politico. Così come 7 Up e Diet Dr Pepper (democratica la prima, repubblicana la seconda). Mentre la Diet Pepsi senza caffeina è proprio in mezzo. E chissà che non si nasconda proprio lì il sorso che deciderà la Casa Bianca.

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