Mubarak, trent'anni di potere prima dell'ergastolo

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Ha governato l'Egitto con pugno di ferro, passando alla storia come l'ultimo faraone. Poi, l'11 febbraio del 2011, la caduta in seguito alla rivolta di Piazza Tahrir. Il 2 giugno la condanna al carcere a vita per aver soffocato la protesta nel sangue

Hosni Mubarak per trent'anni ha governato l'Egitto con pugno di ferro, passando alla storia come 'l'ultimo faraone' prima di essere costretto alle dimissioni, l'11 febbraio 2011, travolto dalla rivoluzione di piazza Tahrir. La parabola politica si era ufficialmente conclusa il 2 giugno con la condanna all’ergastolo per aver soffocato nel sangue la protesta.
Nato il 4 maggio 1928 nel villaggio di Kafr El Meselha, nel Delta del Nilo, Hosni Mubarak si diploma a 21 anni all'Accademia militare per poi entrare in Aeronautica dove farà carriera, fino a svolgere un ruolo chiave nella guerra arabo-israeliana del Kippur del 1973. Nel 1975 l'allora presidente Anwar Sadat ne fece il suo vice. In questa veste svolse un ruolo primario nei negoziati che portarono agli accordi di Camp David del '79 e alla pace con Israele.
L'assassinio di Sadat il 6 ottobre 1981
lo portò alla presidenza, che terrà al di là di ogni previsione: è stato rieletto per ben cinque mandati (l'ultimo sarebbe scaduto a settembre del 2011). Soltanto per l'ultima elezione, nel 2005, la prima ufficialmente multipartitica, si presentò un candidato alternativo, l'avvocato Ayman Nour, che raccolse il 6% dei voti (contro l’88% di Mubarak) e fu poi arrestato con l'accusa di aver presentato firme false per candidarsi.
Presidente anche del Partito nazionale democratico
, ha tenuto saldamente il potere con le leggi di emergenza varate nel 1981, potenziando polizia e servizi segreti. Negli anni '90 ha stroncato la lotta scatenata a suon di attentati da gruppi integralisti islamici e ha incarcerato centinaia di esponenti dei Fratelli musulmani, anche se la potente confraternita - pur messa al bando - e' stata tollerata nel Paese.
I suoi apparati di sicurezza sono stati ripetutamente accusati di tortura da oppositori e organizzazioni per la difesa dei diritti umani. L'Egitto è stato anche uno dei Paesi coinvolti nelle 'extraordinary rendition', i sequestri illegali di presunti terroristi compiuti dalla Cia in Paesi stranieri. Mubarak è sfuggito a cinque o sei attentati: l'ultimo nel 2005 ad Addis Abeba fu sventato da Omar Suleiman, il capo dei servizi segreti che il rais aveva nominato vicepresidente nei suoi ultimi giorni al potere.
In politica estera
, è riuscito a riportare nel 1989 l'Egitto nella Lega araba, da dove era stato escluso dopo la pace con Israele, e ha tenuto il Paese saldamente ancorato all'Occidente, facendone un alleato-chiave degli Stati Uniti, grazie al ruolo svolto nel processo di pace mediorientale e al porsi come bastione contro la montante marea dell'integralismo.
Nella prima Guerra del Golfo (1991), schierò l'Egitto nella coalizione formata dagli Usa contro l'Iraq di Saddam Hussein. Dopo una relativa stabilità economica, negli ultimi anni la situazione per la popolazione egiziana era andata peggiorando. Lo scontento popolare verso il rais era rinfocolato anche dalla dilagante corruzione e dalla ricchezza smodata accumulata dai membri del regime.
Per Mubarak e famiglia si è parlato di decine di miliardi di dollari di patrimonio. Sposato con Suzanne Saleh Sabet, ha avuto due figli Alaa, uomo d'affari, e Gamal, che era stato indicato suo possibile successore.
Caduto il regime l'11 febbraio del 2011
, per Mubarak è cominciato l'esilio a Sharm, mentre in piazza Tahrir, centro e simbolo della rivolta, esplodeva il giubilo popolare. In aprile, il ricovero d'urgenza in ospedale per gravi problemi cardiaci. Il 2 giugno la condanna all'ergastolo per non aver impedito l'uccisione di 846 manifestanti. Diciassette giorni dopo la nuova crisi e il ricovero in ospedale: il Faraone non ha retto all’ultimo colpo.

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